Tajani dimostra di essere un tipico macronista. Secondo lui essere italiano è “cantare l’inno”.
“E comunque, come dico sempre, preferisco uno che non ha il cognome italiano e ha i genitori non nati in Italia che canta l’inno di Mameli a uno che è nato in Italia, ha i genitori italiani, ma si rifiuta di cantare l’inno. Non è questione di pelle bianca, gialla, rossa o verde, ma perché dentro di te hai quelle convinzioni, perché vivi quei valori”.
E’ l’esatto contrario. L’Italia non è l’America. Non è una ‘condivisione di valori’, ma una nazione di sangue con millenni di storia. Siamo italiani perché lo siamo. Anche chi lo è suo malgrado.
Secondo il bizzarro assunto della comare Tajani, invece, un figlio che non condividesse i valori del padre non sarebbe più figlio del padre.
La prospettiva politica di Tajani fa onore alla sua mancanza di intelligenza: «Siamo parte integrante del centrodestra, noi vogliamo però allargare i confini del centrodestra per far avere più voti al centrodestra. Il nostro compito è quello di prendere i voti al centro, cioè quelli che stanno tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Non andiamo a cercare voti nell’elettorato della Lega o di Fratelli d’Italia, li andiamo a cercare dove si possono allargare i confini. È quello che stiamo facendo. È un percorso che ci porterà a crescere come forza politica e anche come coalizione di centrodestra». Ma il capogruppo leghista al Senato, Massimiliano Romeo, alza i toni: «L’insistenza di Tajani offre una sponda alle opposizioni e rischia di minare seriamente la stabilità di governo».
L’unica cosa allargata di Tajani è un’altra e non è la bocca.