L’Immigrazione in Italia: Un’Analisi di Baranzate, Monfalcone e il Sistema di Welfare Europeo
La città italiana con più stranieri è il paese di Baranzate. Al 1° gennaio 2023, gli stranieri residenti erano circa 4.300 e rappresentavano il 36,3% della popolazione residente¹. Se includiamo i nuovi italiani, il totale arriva al 40 per cento. Presto sarà la prima città ‘italiana’ a maggioranza straniera.
Comunità Straniere a Baranzate
La comunità straniera più numerosa era quella proveniente dall’ Egitto con il 20,3% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Repubblica Popolare Cinese (11,5%) e dallo Sri Lanka (ex Ceylon) (10,8%)¹.
Monfalcone: Un Caso di Studio
Subito dopo Baranzate arriva Monfalcone. Il comune di Monfalcone, in Friuli-Venezia Giulia, nella provincia di Gorizia, è un esempio emblematico di questa situazione. Con il 33% della popolazione di fede musulmana, la comunità di meno di 30.000 abitanti sta affrontando tensioni sociali dovute alla mancata integrazione degli appartenenti all’Islam.
Queste problematiche emergono già all’interno delle scuole della città, dove la percentuale di stranieri è circa del 64%, e in alcune classi addirittura del 90%. Il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, ha evidenziato il rischio di forte conflittualità tra la componente locale autoctona e quella composta da stranieri, tra i quali la quasi totalità è di religione musulmana.
Il Velo Integrale e la Radicalizzazione
Questa situazione pone interrogativi su diverse questioni, come il numero sempre più ampio di bambine che indossano il niqab, il velo nero che copre integralmente la donna lasciando scoperti solo gli occhi. Questo fenomeno fa nascere diverse perplessità su possibili radicalizzazioni religiose legate al fondamentalismo islamico. Per questo motivo, il sindaco Cisint starebbe lavorando in funzione di un provvedimento atto a vietare l’utilizzo del velo integrale nei luoghi e beni comunali.
Sostituzione Etnica e Società Multietnica
Di fronte a uno scenario del genere, non si può che pensare all’imponente fenomeno di sostituzione etnica in atto, sia in Italia che nel resto d’Europa. I casi di classi delle scuole elementari e medie a maggioranza straniera mostrano come gli italiani, oltre ad essere sempre meno, facciano anche meno figli. Lo scenario di una società multietnica dove gli italiani saranno considerati addirittura una minoranza è letteralmente dietro l’angolo, e questo non può che portare a scontri e tensioni.
L’Impatto dell’Immigrazione sul Sistema di Welfare Europeo
Il nodo adesso è il sistema di welfare europeo. È insostenibile reggere questi ritmi. Tra ottobre 2022 e febbraio 2024, sono arrivati in Italia 200mila invasori. E parliamo di quelli identificati. Poi ci sono quelli che “transitano”, passano come fantasmi e se ne vanno verso il Nord Europa. Ma il problema oggi è di quelli che restano.
Da anni i “decreti flussi” portano manodopera fondamentale per settori dove non si trovano braccia. «L’Italia avrà bisogno di 500mila immigrati regolari», nei «prossimi tre anni», aveva sintetizzato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida nel febbraio dello scorso anno.
Ma per fare cosa, visto che di quelli già qui più della metà non lavora? Bisogna anche cominciare a porsi l’interrogativo anche del mondo che si porta in dote. Interrogativo che ha ben chiaro Marco Dreosto, senatore leghista eletto in Friuli Venezia Giulia. Dreosto, ad inizio legislatura, ha presentato una «proposta di legge sui ricongiungimenti familiari». Vogliamo «modificare la regolamentazione di questo fenomeno», ha spiegato l’esponente della Lega, visto che «rischia di essere fuori controllo, per gli ingenti flussi migratori degli ultimi anni». L’intenzione è di restringere «i requisiti, in linea con i criteri europei che stabiliscono che i ricongiungimenti si devono attuare nel rispetto dei vincoli di spesa di welfare, cioè in presenza di una sufficiente autonomia di reddito degli interessati. Questo non avveniva poiché la norma attuale acconsente al ricongiungimento di tre persone con un reddito di 11.900 euro anche in assenza di impiego». C’è da capire come facciano oggi tre persone a tirare avanti con meno di mille euro al mese. Per questo la proposta di modifica del disegno di legge intende «adeguare i limiti reddituali e prevedere un periodo di stabilità occupazionale e di residenza per almeno due anni». Lo sanno bene i sindaci di qualsiasi colore e bandiera: assistere i migranti, soprattutto i minori non accompagnati, è diventato un onere insostenibile che prosciuga i bilanci. E poi, ovviamente, stuprano le ragazzine in strada.
In conclusione, la questione dell’immigrazione è una sfida complessa che richiede un approccio chiaro. È fondamentale azzerare l’immigrazione islamica e abrogare i ricongiungimenti familiari. I soldati dell’Islam arrivano tutti con i ricongiungimenti familiari. Vera emergenza nazionale. L’assalto condotto dai terroristi di Hamas a Israele del 7 ottobre scorso, l’uccisione di centinaia di civili aggrediti nella notte nei kibbutz e nei moshav del sud del Paese, forse ha risvegliato in Italia, in Occidente in generale, la consapevolezza che qualcosa sta cambiando. È cambiato.