Qualunque sia la verità quello che è certo è che si tratta di una vicenda di un degrado unico.

Hanno fatto millemila trasmissioni sui ragazzi italiani che stuprano, e ora si scopre che, forse, non è mai accaduto neanche l’unico caso senza immigrati protagonisti che loro avevano erto ad esempio. Se invece fosse confermata la tesi della ragazza, allora si sarebbe comunque sbagliato, perché i processi si fanno nei tribunali e non sui media.

Rimane, ovviamente, anche se fossero confermate le tesi della difesa, il comportamento di un branco di maschi che si è approfittato di una persona che – fossero confermate queste testimonianze – avrebbbe evidenti problemi psicologici. Anche se non fosse uno stupro, sarebbe comunque un fatto degradante. Il degrado è anche che nessuno abbia fatto qualcosa per evitare che facesse la vita che faceva.

Ma, forse, chi lo avesse fatto sarebbe stato definito ‘patriarcale’.

Si è preferito, invece, usare ulteriormente questa ragazza assecondandone i problemi portandola in televisione. Ragazza che, secondo la testimonianze raccolte dalla difesa, sarebbe stata in cerca di attenzione. E si è preferito diffondere volti e nomi dei mostri facendo un processo mediatico prima di quello giudiziario.

Il titolare di un locale di street food a Palermo ha fornito una testimonianza che potrebbe gettare una nuova luce sul presunto caso di stupro di gruppo di una ragazza di 19 anni avvenuto nel luglio scorso.

Secondo il testimone, la vittima, che aveva un ex fidanzato che lavorava nel suo locale, si lamentava spesso di essere stata stuprata e creava “situazioni strane”. La notte dell’incidente, la ragazza avrebbe detto al titolare del locale che era stato “bellissimo” avere un rapporto con

sette ragazzi, ridendo. Questa testimonianza potrebbe suggerire una versione degli eventi diversa da quella denunciata dalla ragazza. Gli avvocati che difendono i sette ragazzi attualmente in carcere stanno esaminando questa testimonianza.

La difesa dei sette imputati nei due processi per lo stupro del Foro Italico ha acquisito anche la testimonianza di un’amica della vittima. Questa testimone minorenne, che non è stata convocata dagli investigatori, smentirebbe la vittima e il suo racconto evidenzierebbe sacche di degrado.

La testimone parla dell’esistenza di alcuni video a sfondo sessuale dell’amica che circolavano sui social media. Racconta anche di aver visto la vittima parlare con Angelo Flores, colui che ha filmato la scena al Foro Italico, e con altri ragazzi la notte dell’incidente. Secondo la testimone, la vittima era tranquilla e sembrava contenta prima di incontrare i ragazzi.

La testimone riferisce che la vittima non ha mai parlato di stupro, ma ha detto che era consenziente. Questo è uno dei punti chiave su cui si basa la difesa degli imputati. Secondo l’accusa, invece, i ragazzi avrebbero prima fatto bere la vittima e poi l’avrebbero condotta nel cantiere abbandonato per stuprarla contro la sua volontà. La testimone sostiene che la vittima le ha detto che avrebbe preferito incontrare solo Angelo Flores. La vittima, nel suo racconto agli investigatori, ha detto di essere innamorata e di fidarsi.

La vittima ha preannunciato querele contro i testimoni che ha definito falsi.

Depositati anche una serie di documenti, tra i quali un video girato la sera degli abusi che risalirebbe a prima delle violenze. Nel filmato si vedrebbe la ragazza offrire da bere ai 7 in un locale della Vucciria.

Circostanze che, secondo gli avvocati, smentirebbero quanto sempre sostenuto dalla giovane. Ribadiamo, non in merito alla violenza ma agli istanti precedenti.

In altre immagini, depositate anche dagli altri sei indagati, che hanno scelto il rito abbreviato, si inquadrerebbe la vittima mentre mostra alla comitiva filmati di suoi rapporti intimi di gruppo.

Quello che per mesi ci è stato presentato come un caso di degrado maschilista è invece molto probabile sia un caso diverso. Un branco di maschi che si è approfittato di una ragazza con problemi psicologici. Il degrado è che nessuno abbia fatto qualcosa per evitare che questa facesse la vita che faceva.

Ma, forse, chi lo avesse fatto sarebbe stato definito ‘patriarcale’.