Mille sbarcati a Lampedusa già nelle vostre città: ne sbarcano altri 100

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Sono 107, nel dettaglio, i clandestini, oltre al cadavere di una donna, che sono sbarcati sul molo Favarolo di Lampedusa.

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I componenti del gruppo hanno riferito di essere originari di Eritrea, Sudan, Siria, Egitto ed Etiopia e di essere salpati all’una di mercoledì scorso da Sabratha in Libia, pagando da 2mila a 4mila dollari a testa.

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Tutti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove, al momento, ci sono soltanto 2 clandestini, il migliaio sbarcato nei giorni scorsi è infatti già nelle vostre città.

L’ultimo trasferimento ieri sera, quando 243 dei 245 ospiti della struttura sono stati infatti trasferiti, su disposizione dell’agenzia viaggi degli scafisti, ufficialmente definita Prefettura di Agrigento, con il traghetto di linea giunto all’alba a Porto Empedocle da dove sono in corso gli spostamenti di 217 verso l’hub di Catania, mentre 26 sedicenti minori non accompagnati resteranno nelle comunità dell’Agrigentino dove saranno liberi di emulare i propri colleghi stupratori e spacciatori di Bologna e altre città.




7 pensieri su “Mille sbarcati a Lampedusa già nelle vostre città: ne sbarcano altri 100”

  1. ”Gaio Mario, trovandosi per caso in Utica, offrì un sacrificio agli dèi e l’aruspice gli predisse per il futuro cose grandi e mirabili e di conseguenza che intraprendesse pure ciò che aveva in animo, fidando negli dèi, e tentasse la fortuna molte volte: tutto gli sarebbe stato propizio.”
    Gaius Sallustius Crispus, ”Bellum Iugurthinum”, LXIII, Rizzoli, traduzione di Lidia Storoni Mazzolani, 2019, pagina 173.

    ”Infatti sia che diamo retta al poeta greco: «Talvolta è piacevole anche fare follie», sia a Platone: «Invano chi è padrone di sé bussa alla porta della poesia», sia ad Aristotele: «Nessun grande ingegno non fu mescolato alla pazzia»: non può esprimere qualcosa di grande e superiore agli altri se non una mente eccitata. Una volta che ha disprezzato le cose usuali e comuni e per divina ispirazione si è elevata più in alto, allora infine suole cantare qualcosa di più grande delle capacità umane. Non può raggiungere qualcosa di sublime e di elevato finché rimane in sé: è necessario si stacchi dal consueto e scatti verso l’alto e morda i freni e trascini il suo auriga e lo conduca là dove da solo avrebbe avuto paura di salire.”
    Lucius Annaeus Seneca, De tranquillitate animi, 17, 10-11, Rizzoli, traduzione di Caterina Lazzarini, 2019, pagina 139.

    Sublimissimo Seneca!

    Clamorosissima coincidenza che l’opuscolo ”De tranquillitate animi” sia dedicato a un uomo di nome Sereno!!

    Gloriosissima la Biblioteca Universale Rizzoli.

    1. Noi Italiani siamo geniali perché siamo pazzi!
      Siamo molto inventivi perché siamo molto folli!
      Noi Europei siamo creativi perché siamo pazzi!

      Traduzione di Caterina Lazzarini con alcune mie piccole modifiche

    2. Ho tradotto diversamente la frase di Aristotele, raggiungere anziché attingere, scattare anziché scartare.

  2. La risposta alla Scioà dev’essere un nazionalismo che riconosca in Israele il nostro Redentore.
    La risposta alla Scioà dev’essere il Redentismo!

    Le convinte risposte alla Scioà devono essere lo Stato nazionale d’Italia, le Forze Armate Italiane, la responsabilità vicendevole tra Italiani, la maturità morale, la diffusa e coscienziosa autodifesa armata, la profligazione della truculenta pazzia di Orosio, la profligazione dell’adorazione della apolidia, la profligazione della italicidità, la profligazione della italofagia.
    Il glorioso trionfo dell’Amore nazionale.

    1. Il Redentismo riconosce in Israele il nostro Guaritore, il nostro Unitore, il nostro Armonizzatore.

    2. I duemila anni di apolidia d’Israele ci guariranno.
      L’epopea storica d’Israele ci farà guarire.

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