Raffica di sbarchi a Lampedusa, l’isola è invasa da migliaia di clandestini nell’ennesima giornata di emergenza da quando è iniziato il blocco navale immaginario della Meloni. Gli arrivi in Italia sono senza sosta, mentre in serata dalla Germania arriva la notizia relativa al semaforo rosso tedesco: Berlino dice stop agli arrivi di clan
La situazione a Lampedusa è stata fuori controllo sin dalle prime ore del 12 settembre: “Oggi probabilmente arriveremo a 100 sbarchi, non sono più numeri che può sostenere quest’isola”, dice il sindaco Filippo Mannino, con una previsione che si rivelerà errata per difetto. Gli sbarchi in serata arriveranno ad essere più di 110, diventa difficile fornire una cifra precisa delle persone arrivate sull’isola. Nel primo pomeriggio di martedì ne arrivano 2000 in poche ore, quando i barchini si mettono in fila indiana al molo Favaloro.
Il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, fa l’agente viaggi degli scafisti: “Stiamo gestendo questa nuova raffica di sbarchi, i numeri sono ancora superiori rispetto a quelli dell’ultima ondata di sbarchi di migranti”.
Il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, evidenzia che “la maggior parte delle barchette provengono con quasi certezza dalle navi madre che le lasciano in acque territoriali. Alcuni vengono trascinati dalle barche a motori. E noi li andiamo a recuperare… Abbiamo superato anche il record di agosto… Ma non ci preoccupa l’hotspot – aggiunge Ricifari – Abbiamo tenuto botta con 4.500, figuriamoci con circa 2.000…”. Figuriamoci.
In serata, arrivano le parole e i dati aggiornati del neo procuratore capo di Agrigento, Giovanni Di Leo, dopo i 112 sbarchi con oltre 5000 clandestini arrivati. “C’è bisogno di aiuto, concreto, pratico e immediato da parte di ogni struttura dello Stato e di ogni persona di buona volontà”, dice bizzarro.
“Nella giornata di oggi nell’isola di Lampedusa si sono susseguiti senza soluzione di continuità oltre 112 sbarchi di migranti, in parte soccorsi in mare dalle nostre motovedette e dalla nave Diciotti, in parte arrivati con i propri mezzi, i famosi barchini di metallo sommariamente assemblati in fabbriche artigianali in Tunisia, sotto la sorveglianza e con l’ausilio dei nostri uomini in divisa. Si tratta di oltre 5000 esseri umani. Per alcuni di loro non è la prima volta – dice Di Leo – L’enorme, straordinario sforzo delle nostre forze dell’ordine, nessuna esclusa, a terra come in mare, sta cercando di ovviare ad una situazione altrimenti destinata, e comunque prossima, al collasso”.
Lo Stato italiano è finito. Collassato tra parassiti e ladri di voti.