ONG straniera scarica 200 clandestini: “tutti vogliono sbarcare in Italia”

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È terminato questa mattina al porto di Taranto alle ore 11,20 lo sbarco dei 171 clandestini prelevati a Malta dalla nave negriera Life Support di EMERGENCY lo scorso 20 luglio.

Tredici invasori erano già sbarcati a Lampedusa.

Provengono da Benin, Camerun, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Egitto, Eritrea, Mali, Senegal, Sierra Leone, Siria e Sudan. Solo 20 donne.

“Vengo dalla Sierra Leone, nel 2020 il governo ha ucciso molti membri della mia famiglia perché oppositori politici. Sono dovuto scappare in Marocco per salvarmi – racconta un clandestino dalla Life Support -. Ho trascorso molto tempo nel deserto e da lì sono andato in Libia dove hanno ucciso molti dei miei amici. In Libia non c’è un vero governo e non ci sono diritti per i migranti, possono ucciderti per strada e a nessuno importa. Sono riuscito a fuggire in Tunisia per cercare di raggiungere l’Europa. Ma anche la Tunisia non era un buon posto per me. C’è molto razzismo adesso, a Sfax i tunisini attaccano spesso noi africani neri. Vengono nelle case in cui viviamo, ci rubano i soldi, i telefoni, ci picchiano anche per ore se non abbiamo soldi. Ho ancora tante cicatrici sul corpo”.

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Quindi, lui si inventa una fuga dalla Sierra Leone perché ‘oppositore politico’ – come se potessero essere migliaia di oppositori politici -, arriva in Marocco, ma decide che lì non può stare. Sarà diventato oppositore politico anche lì. Allora paga ancora e va in Libia dove, dice, possono ucciderti per strada: perché non sei restato in Marocco? Poi la Tunisia e anche lì non lo volevano. Hanno in testa solo di venire a rompere i coglioni in Italia dove la biondina Meloni li aspetta a ‘braccia’ aperte.

“Sono partita dal Camerun nel 2021 da sola, lasciandomi alle spalle amici e famiglia perché nel Nord del Camerun ci sono molta violenza e abusi– racconta una clandestina dalla nave di EMERGENCY –. Ad essere attaccati sono soprattutto gli studenti e i professori, lì non era possibile per me ricevere un’educazione. Sono partita per raggiungere l’Europa, il viaggio è durato a lungo ed è stato difficile. Per arrivare in Tunisia ho dovuto passare attraverso il deserto in Algeria: durante il tragitto sono stata violentata da 8 uomini algerini, quelli che avevo pagato per portarmi nel Paese. Succede a moltissime donne che intraprendono questo viaggio. Ho passato alcuni mesi in Tunisia per raccogliere i soldi per pagare il viaggio in mare, in questo tempo non ho mai potuto eseguire controlli medici perché ero senza documenti. Solo adesso sulla nave ho potuto eseguire un test di gravidanza e ho scoperto di essere incinta di tre mesi. Spero di riuscire a ricevere ulteriore supporto medico e psicologico una volta arrivata in Italia.”

Questa se la sono ripassata tutti perché doveva raggiungere in Europa a “ricevere una educazione”. Ora esige supporto dall’Italia.

E’ tutta una grande buffonata. E il buffone in capo è a Palazzo Chigi.