
A decidere per il rinvio a giudizio è stato il gip di Milano Lorenza Pasquinelli, su richiesta del pm Rosaria Stagnaro, a seguito dell’inchiesta della Squadra mobile e della polizia ferroviaria. Nel frattempo, il giudice ha anche attenuato la misura cautelare per il 36enne, che ora è ai domiciliari con braccialetto elettronico.
L’incontro tra i due, che non si erano mai visti prima, era avvenuto attorno alle 10 alla stazione di Porta Garibaldi: la ragazza ha incrociato l’uomo e gli ha chiesto indicazioni per arrivare in treno a Bergamo; lui gli ha consigliato il convoglio del Passante in partenza alle 10.26 per Treviglio, è salito con lei e le si è seduto di fianco con modi in apparenza gentili e amichevoli.
Quando lo scompartimento è rimasto vuoto, l’immigrato si è trasformato: l’ha aggredita all’improvviso e l’ha palpeggiata nelle parti intime, provando ad abbassarle i pantaloni. La ragazza è riuscita in qualche modo a divincolarsi dalla presa del violentatore e a scappare per chiedere aiuto al controllore e a una pattuglia della polizia, ma nel frattempo il suo aggressore è sceso.
Il racconto della vittima
“Ho incominciato a piangere – ha messo a verbale la studentessa -. Gli dicevo “no” e che dovevo andare via, ma lui continuava, quando però vedeva che ero al limite della sopportazione si fermava (…) Sono riuscita a dargli un colpo sul mento con l’interno della mano e sono riuscita a scappare”.
E ancora: “Ho visto cambiare il suo viso, mi sembrava che non mi ascoltasse più, ma che mi guardasse con un’attenzione diversa, il suo sguardo era diverso. Mi ha detto: ‘Perché non sei venuta qui prima?’. In quel momento, ho percepito che la situazione non era più normale, non mi sembrava più sicura, quindi ho cercato di alzarmi per andare via”.
Interrogato dopo l’arresto e difeso dal legale Alessia Pontenani, l’immigrato aveva negato gli abusi sessuali, parlando di “consenso” da parte della giovane. Agli atti dell’inchiesta ci sono le immagini delle telecamere di sorveglianza e il riconoscimento dell’aggressore da parte della vittima. Ora la difesa potrebbe chiedere il giudizio con rito abbreviato.

Comunque non sempre sono stupri.
Non facciamo come i leghisti , che non capiscono mai un cazzo di niente delle realtà oggettive
e dei fatti della vita.
Parliamoci chiaramente
a molte donne, piace il membro nero.
Ma vorrebbero i loro tempi, prima di aprire le gambe
senno poi lo chiamano stupro.
E questa mi sembra a naso, la tipica fattispecie.
youtu.be/06BIRs5li00?t=51
Di quelle che vanno con i negri, maroccume, pak, banglamerds, albanshit e rumenta varia non me ne frega una cippa.
Nessuna pietà.
Nessuna comprensione.
La votra stupidità è imbarazzante.
Eppure gli ha chiesto indicazioni, gli ha rivolto la parola… poteva chiederle ad un italiano e invece…