Video pubblicato ieri da una pagina Facebook di trafficanti: non si capisce se questo sia lo stesso peschereccio raggiunto dalla nave #GeoBarents di @MSF_ITALIA su cui viaggiavano 440 #migranti che a breve sbarcheranno in Italia. pic.twitter.com/cxNSjagYAu
— Francesca Totolo (@fratotolo2) April 5, 2023
Sarebbero i 500 clandestini di questa notizia:
Meloni prostituisce i porti italiani alle ONG: 500 clandestini a Brindisi e Sicilia

Giacomo Leopardi – A Silvia
://youtu.be/P9vu8H646bg
“L’infinito” di Giacomo Leopardi, videopoesia di Simone Massi letta da Neri Marcoré
://youtu.be/aninXVcmDQ8
://voxnews.info/2014/02/21/leopardi-prima-venne-linfinito-poi-limmenso/
NON ASPETTATE IL CROLLO! – Matteo Brandi
://youtu.be/ymCXHaIiyao
”Lo ripeteremo fino allo sfinimento: solo gl’Italiani potranno salvare se stessi.”
Bravo patriota Matteo!
Da incorniciare! Finalmente qualcuno che lo dichiara!
SOLTANTO GL’ITALIANI POSSONO REDIMERE LORO STESSI!!!
Quando nasce davvero l’Italia? – Le radici di una nazione
://youtu.be/FLf-kXN58ng
”Partendo dal presupposto che il video è stato fatto chiaramente con buone intenzioni e nobili finalità, mi sento comunque in dovere di muovere una critica al patriota che lo ha realizzato: in riferimento all’Antichità classica, quando parla dell’Italia romana, commette un errore molto grossolano e madornale, e cioè usa ripetutamente il termine ”provincia” riferendosi alla Penisola, chiamandola addirittura ”provincia Italia”!! cosa decisamente sbagliata sotto qualsiasi punto di vista, dato che, proprio l’Italia, dall’Arno-Rubicone allo Stretto di Messina, una provincia non lo fu mai, e il suo status giuridico, nonché socio-culturale, è sempre stato ben distinto da quello di qualsiasi altro territorio extra-peninsulare, fino all’avvento delle diocesi in epoca tardo-imperiale.
L’unico territorio italico che, per un brevissimo periodo, unicamente dall’89 a. C. al 42 a. C., è effettivamente stato una provincia, fu solamente la ex-Gallia Cisalpina, e cioè il Nord Italia continentale racchiuso tra le Alpi a nord e i fiumi Arno-Rubicone a sud, ma anche in questo caso avente una condizione socio-giuridica delle sue genti del tutto unica e differente da quella delle altre province, poiché, al suo interno, gli abitanti della Cispadana, e cioè la parte della Cisalpina compresa tra il Po e l’Arno-Rubicone, erano già tutti Cittadini Romani. Al contrario, gli abitanti della Transpadana, la parte della Cisalpina compresa tra il Po e le Alpi, avevano complessivamente ricevuto lo ius latii ed erano quindi cittadini di diritto latino, condizione totalmente distinta da quella delle altre province, i cui abitanti indigeni, a quel tempo, erano unicamente peregrini, e cioè soggetti privi di qualsiasi diritto.
La Cisalpina cesserà quindi di essere una provincia nel 42 a. C., venendo definitivamente annessa all’Italia, in seguito alla Lex Roscia del 49 a. C. che aveva concesso la piena Cittadinanza Romana anche ai Cisalpini Transpadani. Oltre al fatto che, sempre la Cisalpina, da ben prima che venisse da Sulla istituita come provincia nell’89 a. C., era già considerata de facto parte dell’Italia fin dalla fine del III secolo a. C., pur non essendolo ancora de iure fino al 42 a. C., quando divenne Italia a tutti gli effetti.
Il resto dell’Italia peninsulare, invece, una provincia non lo fu mai, poiché costituì sempre il territorio metropolitano di Roma, fin dalla metà del III secolo a. C., e cioè fin da quando Roma unificò tutte le genti peninsulari mediante la formula togatorum, meccanismo attraverso cui tutti gli abitanti della Penisola a sud dell’Arno-Rubicone divenivano indissolubilmente parte di una confederazione italica permanente con a capo Roma. Divenendo poi tutti gl’Italici Cittadini Romani di pieno diritto in seguito alla Guerra Sociale, in un’epoca in cui gli abitanti dei territori provinciali erano, per l’appunto, ancora tutti peregrini, colla stragrande maggioranza di essi che lo rimarrà ancora per secoli, e cioè fino alla Constitutio Antoniniana del III secolo d. C.. L’Italia era Roma e Roma era l’Italia, e questa, oggettivamente, giuridicamente e sotto ogni aspetto, non aveva nulla a che spartire con le province. L’unico contesto in cui, il termine ”provincia” (in questo caso al plurale), fu in qualche modo accostato all’Italia, oltre che in epoca bizantina, fu unicamente come suddivisione minore e interna alla Dioecesis Italiciana, a sua volta suddivisa internamente in due vicariati, uno annonario con capitale Milano – divenuta, de facto, anche capitale d’Occidente – e l’altro suburbicario, con capitale Roma. Durante il Tardo Impero, ormai nel IV secolo d. C., e quindi in seguito alle parificazioni scaturite dalle riforme di Diocleziano, momento nel quale entreranno definitivamente a far parte dell’Italia anche le isole maggiori, e cioè le due più antiche province romane: quella di Sicilia e quella di Sardinia et Corsica. Tuttavia, l’Italia in sé, specialmente quella peninsulare, una provincia non lo fu mai, e ritengo quindi inaccettabile che sia proprio il canale di un partito politico come Pro Italia a definirla così.”
Non è farina del mio sacco, ma di un valoroso ed erudito patriota. Ho apportato qualche lieve modifica.
Ho scritto, in posta elettronica, direttamente a Matteo Brandi:
”Il video intitolato ”Quando nasce davvero l’Italia dovreste cancellarlo e rifarlo perché contiene un errore orrendo. [segue la lezione]”
Risposta:
”Ciao Quintus,
ovviamente non rifaremo il video perché l’errore, che tu definisci (esagerando) orrendo, è mitigato dalla continua specificazione dell’unicità del territorio italico all’interno dell’ordinamento romano. Ma potremmo fare un nuovo video in cui affrontiamo la questione dell’Italia romana andando a riprendere tutti i passaggi legislativi che ne andavano a comporre l’identità. Quindi grazie delle informazioni.
Matteo”
C’è anche un altro errore terribile (0:50):
le differenze tra i Popoli Italici erano lievi, com’evidenzia Edoardo Gibbon.
Spesso molto lievi, altrimenti non sarebbe stato possibile cancellarle rapidamente e unificare politicamente, linguisticamente, culturalmente, cultualmente e, soprattutto, SENTIMENTALMENTE l’Italia.
Il valore dell’unità d’Italia
://youtu.be/melUAZPZOHQ
La Lega e Fratelli d’Africa hanno la colpa di non far risorgere il nazionalismo di stampo risorgimentale.
Dobbiamo far risorgere il lessico patriottico risorgimentale!
La nostra patria blu – Il futuro dell’Italia è il Mediterraneo
://youtu.be/30QxxIC2AD8
Bisogna dichiarare perentoriamente ed energicamente che l’Italia deve tornare ad investire molte risorse nell’industri militare, che bisogna rispristinare la leva obbligatoria e usare le Forze armate nazionali autonomamente, per il nostro interesse nazionale, qualunque sia l’opinione degli stranieri.
È sacrosanto fare la guerra per l’interesse nazionale!
Battaglia di Agrigento – Il primo grande scontro tra Roma e Cartagine
://youtu.be/1vkPsLYqkHg
”Lo ripeteremo fino allo sfinimento: solo gl’Italiani potranno salvare se stessi.”
“Italia mia”, il grido di Petrarca
Il poeta aretino sognava una penisola unita e libera
://proitalia.org/articoli/italia-mia-il-grido-di-petrarca
Auguri, tricolore!
La bandiera italiana compie 225 anni e ci ricorda cosa difende
://proitalia.org/articoli/auguri-tricolore
La nostra bandiera va cambiata.
La bandiera d’Italia dev’essere purpurea e/o azzurro Savoia, al centro l’Aquila di Roma e la scritta S.P.Q.I., Senatus Populusque Italicus.
Tornando all’articolo:
ecco qua gli stupratori delle nostre donne!
ecco qua i seviziatori dei nostri fanciulli!
ecco qua i massacratori dei nostri anziani!
ecco qua i trucidatori degl’Italiani!
Ho chiesto a Matteo Brandi, sia nei commenti al suo canale sia di Pro Italia, sia per posta elettronica, di pubblicare la lettura dell’Orazione agl’Italiani.
Ho dovuto insistere per ricevere, il 10 marzo, questa risposta:
”Sul testo di Leopardi
Ciao Quintus,
ho visto che hai copiato e incollato svariate volte il testo scritto da Leopardi chiedendoci di commentarlo. Lo abbiamo già letto e ne parleremo sicuramente in futuro. Non occorre dunque continuare a incollarlo 😉
Grazie
Matteo”
Mi aspettavo che l’Orazione e il Recanatese ricevessero qualche apprezzamento, qualche complimento…