Lola, africana confessa: “L’ho stuprata, decapitata e ho bevuto il suo sangue”

Vox
Condividi!

L’algerina che ha ucciso la piccola Lola, come abbiamo scritto ieri, ha confessato:

Lola decapitata, islamica confessa: “Le abbiamo quasi staccato la testa” – VIDEO

Oggi emergono nuovi agghiaccianti dettagli.

VERIFICA LA NOTIZIA
Ha detto di aver avvicinato la bambina venerdì pomeriggio, dopo la scuola, poi l’ha attirata da sua sorella, che vive nello stesso edificio della giovane vittima. Lì, avrebbe costretto Lola a fare una doccia prima di abusarla sessualmente. Ha anche riconosciuto l’abuso fisico fino a quando la sua vittima non ha perso i sensi.

In un documento consultato dall’Afp si fa menzione dell'”incredibile facilità nell’agire”, “di atroce violenza” per “tanto futile movente”. “Non mi fa né caldo né freddo “, ha risposto agli inquirenti che le hanno mostrato le foto del corpo straziato di Lola.

Vox

Quanto alle sue motivazioni, l’africana ha detto di aver confuso Lola con sua madre, la custode dell’edificio , che avrebbe rifiutato di concederle un pass d’ingresso. Dahbia B. l’avrebbe chiesto, sostenendo di essere ospitata dalla sorella.

Sarebbe confermata l’ipotesi di stupro e tortura su Lola Daviet, la dodicenne parigina uccisa e ritrovata semidecapitata in un baule lo scorso venerdì.

Dhabia B., una algerina di 24 anni, irregolare sul territorio francese da tre anni, ha ammesso di aver torturato la propria vittima e di averla violentata, prima di farla morire per soffocamento e sgozzarla. La povera bambina è stata quasi decapitata.

L’immigrata è stata incriminata per omicidio, stupro, atti di tortura e barbarie, e si trova attualmente in carcere.

Per la loro efferatezza e la giovanissima età della bambina, i fatti descritti dalla donna sono difficile trascrizione.

Lola è stata trovata all’interno di un baule con i piedi legati e il viso avvolto nel nastro adesivo, due grandi tagli sul collo e scritte in inchiostro rosso sulla pianta dei piedi: il numero 0 sul piede destro, l’1 sul sinistro.

«Non mi fa né caldo né freddo. Anch’io sono stata violentata e ho visto i miei genitori morire davanti a me», questo il suo commento quando le sono state mostrate le foto della povera vittima.

«L’ho presa per i capelli, le ho messo la testa tra le gambe […], ho avuto un orgasmo». Solo a quel punto le avrebbe tappato la bocca con alcuni giri di nastro adesivo, che avrebbero determinato il soffocamento della vittima. Di fronte agli inquirenti sconcertati avrebbe proseguito sostenendo di avere bevuto un caffè e poi di aver ascoltato della musica prima di pugnalare il corpo della ragazza con un paio di forbici, quasi fino a staccarle la testa dal tronco. Dhabia ha concluso la scioccante deposizione sostenendo di aver raccolto il sangue della piccola in una bottiglia — che al momento non è stata trovata— e di averlo bevuto.

Questa precisa e dettagliata descrizione dei fatti secondo Europe1 corrisponderebbe perfettamente alle risultanze forensi: «in particolare il fatto che la causa della morte sia stata l’asfissia e che le coltellate alla gola siano state inferte dopo la morte di Lola».




8 pensieri su “Lola, africana confessa: “L’ho stuprata, decapitata e ho bevuto il suo sangue””

  1. GESU’ CRISTO!!!!NON E’ POSSIBILE CHE STA MUSSULTROIA SE LA CAVI COL CARCERE!E’ IMPERATIVO PRENDERLA E FARLE 1000 VOLTE PEGGIO DI QUELLO CHE HA FATTO A QUELLA POVERA BAMBINA!!!!TROUA AFRICANA!!!SE AVESSI I SOLDI METTEREI UNA TAGLIA DI MILIONI X FAR SI CHE TI CONSEGNINO A ME IN UN POSTO ISOLATO!!!!
    MALEDETTI VERMI!!!BISOGNA CANCELLARLI DAL PIANETA!!!

I commenti sono chiusi.