La donna picchiata e rapinata a Firenze da immigrati: «Ricordo solo il pugno in faccia, poi in ospedale piena di sangue». Trema, zoppica, un occhio tumefatto e il naso rotto. Il racconto della vittima ancora sotto choc

Trema, cammina quasi trascinando una gamba. Il volto è coperto da due grandi occhiali da sole, che però non riescono a nascondere tutte le ecchimosi. In via Farini, nel primo pomeriggio di ieri, una fiorentina di 47 anni si reca alla stazione dei carabinieri per sporgere denuncia: poche ore prima, alle due di notte, ha subito un’aggressione davanti a casa, in via dei Pilastri, in pieno centro, da due uomini che le hanno rubato il cellulare. Una rapina, senza alcuno scrupolo pur di ottenere il suo cellulare. È il secondo caso in pochi giorni, dopo quello della signora di 65 anni, rapinata e picchiata in via Alamanni, domenica scorsa. «Non ricordo bene», racconta la vittima del caso di ieri notte, sollevando gli occhiali a spiegare il motivo dei suoi vuoti di memoria: l’occhio sinistro è tumefatto e nero, sul naso gonfio e probabilmente rotto, un grosso cerotto, sulla fronte piccoli segni di emorragia. Dovrà essere operata. Eppure ricorda, ricorda tutto, fino a quel pugno sull’occhio che l’ha fatta cadere a terra, battendo anche il ginocchio destro, su cui ora ha una grossa sbucciatura. «Stavo rientrando a casa da sola — spiega — quando mi sono arrivati dietro due uomini, stranieri, probabilmente maghrebini, mi hanno chiesto di dargli i soldi. Ma ero uscita con poco e li avevo finiti. A quel punto hanno preteso il cellulare. Ho detto di no, hanno cercato di prenderlo, mi sono opposta, è iniziata una colluttazione e poi ricordo solo questo pesante pugno in faccia».
La memoria della donna, che fa la cameriera in un noto ristorante fiorentino, e che non vuole rendere pubblico il proprio nome perché «i miei figli, che non vivono con me, non voglio che sappiano nulla», ricomincia dal pronto soccorso di Santa Maria Nuova, «dove mi sono svegliata mentre grondavo sangue». Non sa neppure chi abbia chiamato il 118, di certo non lei stessa, visto che non era più cosciente e non aveva più il cellulare, che a distanza di mezza giornata «non è stato spento, continua a squillare a vuoto». La vittima della rapina trema, è vestita con una tuta da ginnastica, forse perché con tutti i lividi che le sono stati procurati, le serve indossare qualcosa di largo e non aderente. Ma la sua voce è ferma, ricostruisce con chiarezza i passaggi che è in grado di ricordare. A pochi metri dalla porta di casa ci sono alcune telecamere di sicurezza (la zona ne è piena visto che, dietro l’angolo di via Farini, c’è la sinagoga): «Spero che le immagini ci siano e che i carabinieri li trovino».
E se dal pronto soccorso di Santa Maria Nuova, dove le hanno riscontrato più di una frattura al volto, spiegano che malgrado i due casi degli ultimi giorni, l’allarme violenza in ospedale di traduce in piccole baruffe tra stranieri alla stazione di Santa Maria Novella, lei invece racconta una situazione molto più preoccupante: «Il centro, di notte, per una donna sola, è diventato molto pericoloso. È sempre più pieno di brutta gente, spacciatori, violenti, che si approfittano di chi è indifesa», racconta.
Non c’è solo il precedente della 65enne rapinata e picchiata domenica poco distante dalla stazione. A lei stessa, un mese fa, è capitato un altro episodio inquietante: «Solo lo scorso Capodanno, dopo aver lavorato sodo tutta la notte, ero a rilassarmi in piazza dei Ciompi con un amico — racconta ancora la 47enne — quando sono stata abbracciata dalle spalle. Ho sorriso, pensando che si trattasse di un conoscente, ma quando mi sono voltata ho scoperto che era uno sconosciuto, che mi voleva. Nonostante i miei no, ha insistito, in modo pesante, mi metteva le mani addosso. Per fortuna in quel caso non ero sola e l’hanno cacciato. Ma la situazione sta diventando pesante».

Ascolta bellezza…fino a quando i tuoi cittadini rincoglioniti da 70 anni di comunismo sarà sempre la Firenze di Al Attai Bin Nardellah adesso poi di qualcun altro nel futuro.Fattene una ragione anche se ti hanno spaccato il naso.Tanto per cominciare ricordatene quando vai al seggio a votare.
ne frattempo un po piu giu
la polizia e’ andata ad aresstare il padrone di un bar
perche aveva scritto un cartello:
“non smettere di vivere per paura di morire”
Siamo al fascismo.
youtube.com/watch?v=XFj0VkcAPWA