Inutile dire che quello che dobbiamo fare è il contrario di quello che dice questa giornalista marocchina: stop immigrazione regolare, abrogazione ricongiungimenti e abrogazione legge sulla Cittadinanza approvata dal Parlamento tangenstista del ’92 con ritorno allo ius sanguinis integrale.
Secondo la marocchina non dare la cittadinanza ai suoi corrreligionari è ‘pericoloso’. Una minaccia chiarissima.
Ma sciocca, perché i terroristi islamici in Francia e Belgio, nonché quelli che devastano le banlieus, hanno tutti la cittadinanza. La cittadinanza causa un problema in più: non puoi rimandarli a casa. Che è l’Africa.
“Io ci rifletto molto sul concetto di cittadinanza – ha spiegato Karima – È da 30 anni che sono cittadina italiana e in questo periodo ho avuto delle aspettative per dei riconoscimenti. Non verso di me ma nei confronti di quello che rappresento: una comunità allargata di persone, quindi figli di migranti, migranti e cittadini che sono inseriti nella società, che hanno delle ambizioni e che sono partecipi della vita nelle realtà nelle quali vivono. Oggi si parla poco di integrazione ma quello che non ha fermato la pandemia sono la disintegrazione, la xenofobia, il razzismo, la violenza verbale e l’ignavia politica di prendere qualche iniziativa oltre ai soliti slogan”. VERIFICA LA NOTIZIA
“Alla fine nulla è cambiato – continua – Se penso alla legge sulla cittadinanza, che risale all’epoca in cui l’Italia era un altro Paese rispetto ad oggi, è ferma lì dove sta. Anzi: negli ultimi anni si sono fatte molte più cose non nella via dell’integrazione ma per rendere la vita impossibile e difficile alle persone che vogliono inserirsi nella nostra società. Dai corsi complicati alla richiesta di soldi per il rinnovo del permesso di soggiorno: sembra che l’immigrazione sia diventata solamente una questione di soldi e non di investimento sulla nostra società”.
Karima ha parlato di una “miopia politica” importante da parte delle istituzioni italiane che non hanno saputo intercettare le necessità reali delle persone che vogliono inserirsi nella società italiana.
“Il vero problema è quello che si perde nel non conoscere la diversità di cui sono portatrici diverse persone straniere in Italia – prosegue – Tanti ragazzi italo-marocchini sono riusciti ad andare all’università con genitori che hanno investito sul percorso di studio dei loro figli. Questo è un passo in avanti di tante famiglie. In questo momento, però, ci sono dei conflitti molto forti. Recentemente sono rimasta scioccata nel sentire delle testimonianze di giovanissimi di origine straniera che non si sentono italiani”.
“C’è una parte di questi giovani che è molto arrabbiata – continua – proprio perché in questi anni, nel momento in cui c’era da fare un riconoscimento di una generazione che fa parte e che è cresciuta in Italia, non si è fatto nulla. Non solo sulla questione della cittadinanza ma anche rispetto al coinvolgimento di queste seconde generazioni nella ‘narrativa’. Nei media italiani, infatti, non ci sono tante giornaliste figlie di migranti e cresciute in Italia. Questa non è una cosa bella perché i media sono una parte importante della nostra società”.
“Se da una parte – conclude -, in modo molto naturale, tanti giovani sono riusciti ad integrarsi e inserirsi nel nostro Paese. C’è una fetta di loro che è molto arrabbiata e può essere molto pericoloso. Per quanto mi riguarda, da ragazzina non ho avuto grossi problemi legati all’integrazione; il vero dramma è quello che sto vivendo negli ultimi anni di un percorso importante, di cui vado molto fiera, che mi ha portato a partecipare attivamente ad un dibattito politico su questi temi. Invece di sentirmi soddisfatta per il risultato, in questo momento mi è arrivata addosso una valanga di intolleranza, di razzismo e di volgarità proprio perché sono di origine marocchina, oltre ad essere donna”.
10 pensieri su “Karima minaccia: “Immigrati sono arrabbiati, Ius Soli o pericolo…””
E dopo che sono arrabbiati? Me ne fotto e mi fanno una sega.
E’ “italiana” da 30 anni, ma a quanto pare non si sente davvero tale. Ed è normale che sia così, perché un provvedimento burocratico di naturalizzazione non può modificare il DNA dell’allogeno. E i suoi veri sentimenti. Che rimane sempre tale anche dopo 2-3 generazioni, specie quando si tratta di un afroislamico, ovvero di un elemento inassimilabile.
Comunque, secondo me la sola abrogazione della legge attuale sulla cittadinanza, per ripristinare lo ius sanguinis integrale, non è sufficiente. Bisognerà anche attuare massicce revoche di naturalizzazioni, specie per quei allogeni che le hanno conseguite in modo discutibile, ovvero con la sola residenza per 10 anni consecutivi sul nostro territorio, senza peraltro verificare se hanno una buona padronanza della nostra lingua. Per non parlare poi delle naturalizzazioni ai figli degli immigrati naturalizzati col criterio dello ius sanguinis, che è sicuramente il caso della Moual. Dopo appena un anno che è venuta in Italia ha ottenuto la cittadinanza, perché evidentemente uno dei due genitori, grazie a questa schifezza di legge, l’aveva ottenuta per i 10 anni consecutivi di residenza regolare.
La legge attuale sulla cittadinanza, è un’arma a doppio taglio. Perchè il criterio dello ius sanguinis viene utilizzato in favore degli allogeni naturalizzati per residenza, in quanto trasmettono automaticamente la cittadinanza ai figli per “diritto di sangue” anche se nati prima. Il che a mio avviso è una stronzata fatta apposta per favorire la sostituzione etnica: sono dell’idea che se uno è naturalizzato la cittadinanza ai discendenti deve trasmetterla solo se nati dopo l’avvenuta naturalizzazione. Non anche prima.
E dopo che sono arrabbiati? Me ne fotto e mi fanno una sega.
E’ “italiana” da 30 anni, ma a quanto pare non si sente davvero tale. Ed è normale che sia così, perché un provvedimento burocratico di naturalizzazione non può modificare il DNA dell’allogeno. E i suoi veri sentimenti. Che rimane sempre tale anche dopo 2-3 generazioni, specie quando si tratta di un afroislamico, ovvero di un elemento inassimilabile.
Comunque, secondo me la sola abrogazione della legge attuale sulla cittadinanza, per ripristinare lo ius sanguinis integrale, non è sufficiente. Bisognerà anche attuare massicce revoche di naturalizzazioni, specie per quei allogeni che le hanno conseguite in modo discutibile, ovvero con la sola residenza per 10 anni consecutivi sul nostro territorio, senza peraltro verificare se hanno una buona padronanza della nostra lingua. Per non parlare poi delle naturalizzazioni ai figli degli immigrati naturalizzati col criterio dello ius sanguinis, che è sicuramente il caso della Moual. Dopo appena un anno che è venuta in Italia ha ottenuto la cittadinanza, perché evidentemente uno dei due genitori, grazie a questa schifezza di legge, l’aveva ottenuta per i 10 anni consecutivi di residenza regolare.
La legge attuale sulla cittadinanza, è un’arma a doppio taglio. Perchè il criterio dello ius sanguinis viene utilizzato in favore degli allogeni naturalizzati per residenza, in quanto trasmettono automaticamente la cittadinanza ai figli per “diritto di sangue” anche se nati prima. Il che a mio avviso è una stronzata fatta apposta per favorire la sostituzione etnica: sono dell’idea che se uno è naturalizzato la cittadinanza ai discendenti deve trasmetterla solo se nati dopo l’avvenuta naturalizzazione. Non anche prima.