Stefano Puzzer, il leader della protesta, si è dimesso dal Coordinamento dei portuali di Trieste “poiché – scrive su sul profilo Facebook – è giusto che io mi assuma le mie responsabilità. Una di queste, è la decisione di proseguire il presidio fino al 20 di ottobre (giorno in cui saranno ricevuti dal governo). La decisione è soltanto mia, non è stata forzata da nessuno, anzi non volevano accettarle ma io le ho pretese”, conclude. E annuncia: “Io sciopererò fino al 20 ma tornerò a lavorare solo quando il green pass verrà ritirato”.
Trieste ora (17/10/21). Blocco del porto ad oltranza, non si arretra di un centimetro, entusiamo alle stelle! pic.twitter.com/74up2zYrtf
— RadioGenova (@RadioGenova) October 17, 2021
Disperato appello dei sindacati ‘ufficiali’, che organizzano gite a Roma a spese dei contribuenti: “ci appelliamo alla maggioranza dei lavoratori del porto di Trieste perché non siano ostaggio di una minoranza che guarda solo a pregiudiziali politiche e non al merito delle questioni perché di merito non c’è assolutamente niente”. Il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, si rivolge così ai lavoratori del porto triestino che “hanno sempre mostrato concretezza, responsabilità e capacità di guardare alla sostanza delle cose”. “E noi – assicura parlando con l’Adnkronos – lavoriamo per affrontare il merito delle cose e dare una risposta ai problemi. Per questo sono fiducioso in uno sbocco positivo perché credo nel buon senso della maggioranza dei lavoratori”.
“Abbiamo giudicato parziali – sottolinea poi Tarlazzi – le misure della ministra Lamorgese perché avrebbero dovuto essere estese a tutto il settore dei trasporti perché i porti sono un anello della catena e il rischio è che si blocchi tutta la filiera. Il Governo – afferma- non si è assunto le proprie responsabilità assumendo una decisione sull’obbligatorietà dei vaccini ma scaricando il problema su imprese e sindacati. Abbiamo sostenuto che il tampone dovesse essere gratuito perché presidio della sicurezza sul lavoro e il sistema avrebbe dovuto pagarli”.
In una nota identica firmata Cgil, Cisl e Uil di Trieste era stata ignorata dai lavoratori: “si liberi il porto” da chi sta svolgendo il presidio no green pass in questi giorni. “Le legittime manifestazioni di dissenso devono essere garantite – si legge nel documento – ma non possono impedire a un porto e a una città di continuare a generare reddito e prospettive per il futuro. Quelle persone che hanno dimostrato solidarietà a quei lavoratori portuali in presidio facciano un passo in avanti e liberino il porto e quei lavoratori da un peso e una responsabilità che non hanno”.
Intanto, l’attività del porto, prosegue a singhiozzo. Dal Varco 4 infatti, quello presidiato e ufficialmente mai bloccato secondo i media, non passano i camion, dirottati al Varco 1.
E, comunque, ormai la protesta va molto al di là dei portuali. Basta qualche migliaio di cittadini per bloccare gli ingressi. E poi che fate, sparate? Ormai vi manca solo questo. E noi è questo che stiamo aspettando.
trattato di pace : clausole generali:
PARTE II
CLAUSOLE POLITICHE
SEZIONE I-CLAUSOLE GENERALI
Articolo 15
L’Italia prenderà tutte le misure necessarie per assicurare a tutte le persone soggette alla sua giurisdizione, senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione, il godimento dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali,
ivi compresa la liberti d’espressione, di stampa e di diffusione,
di culto, di opinione politica e di pubblica riunione.
SEZIONE III-TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE
Articolo 21
1. k, costituito in forza del presente Trattato il Territorio Libero di
Trieste, consistente dell’area che giace fra il mare Adriatico ed i confini
definiti negli Articoli 4 e 22 del presente Trattato. I1 Territorio Libero di
Trieste 6 riconosciuto dalle Potenze Alleate ed Associate e dall’Italia, le
quali convengono che la sua integritA e indipendenza saranno assicurate dal
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
2. La sovraniti italiana sulla zona costituente il Territorio Libero di
Trieste, cos! come esso 6 sopra definito, cesserA con ‘entrata in vigore del
presente Trattato.
3. Dal momento in cui la sovranith italiana sulla predetta zona avri
cessato d’esistere il Territorio Libero di Trieste sara governato in conformit!
di uno Strumento per il regime provvisorio, redatto dal Consiglio
dei Ministri degli Esteri e approvato dal Consiglio di Sicurezza. Detto
Strumento restera in vigore fino alla data che il Consiglio di Sicurezza determinerà per l’entrata in vigore dello Statuto Permanente, che dovrii essere
stato da esso Consiglio approvato. A decorrere da tale data, il Territorio Libero sarà governato secondo le disposizioni dello Statuto Permanente.
I testi dello Statuto permanente e dello Strumento per il regime provvisorio sono contenuti negli Allegati VI e VII.
4. Il Territorio Libero di Trieste non sarà considerato come territorio ceduto, ai sensi dell’Articolo 19 e dell’Allegato XIV del presente Trattato.
5. L’Italia e la Jugoslavia s’impegnano a dare al Territorio Libero diTrieste le garanzie di cui all’Allegato IX.