Un tempo l’artista era sinonimo di ribellione, oggi abbiamo i Fedez, che sono le puttane del regime. Pensate ai graffitari, simbolo un tempo quasi estremo di rivolta contro lo status quo, oggi sono ridotti a fare da cassa di risonanza del regime.
Un bimbo afghano in lacrime nel murale per Strada: “Gino! Ho paura”
“‘Le Lacrime di Kabul”, della street artist Laika a Roma vicino alla sede di Emergency
Intanto gli ex dipendenti di Gino:
Emergency saluta ingresso Talebani a Kabul: “Con loro le cose miglioreranno”
Diciamo che il bambino doveva avere paura delle bombe americane più che delle sottane talebane.
Ah, l’artista laida, ne ho conosciute tante, laide
Mi torna in mente il tanto celebrato tiziano terzani.
Quando arrivarono i Khmer rossi a Phnom Penh dichiarò che era stata la miglior cosa mai capitata al popolo cambogiano…
Poi, naturalmente, quando gli venne un ben meritato cancro andò a farsi curare negli odiati States.