Anziana in fin di vita, sindaco Pd difende l’africano: “Lo manteniamo da dieci anni”

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Aggredita mentre torna a casa. Restano gravi le condizioni della donna di 69 anni aggredita a colpi di martello e senza un perché in uno stabile di Follonica (Grosseto), che è ricoverata in terapia intensiva neurochirurgica all’ospedale Le Scotte diSiena in prognosi riservata. Rispetto a ieri le sue condizioni sono giudicate stabili. Resta in carcere l’aggressore, il 34enne del Burkina Faso che oltre alla donna ha aggredito anche uno dei due nipotini che erano con la 69enne, ferendolo ad una mano.

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Lotta ancora fra la vita e la morte la turista senese aggredita a martellate giovedì notte a Follonica nel pianerottolo del suo appartamento da uno scroccone africano attualmente in stato di arresto nel carcere di Siena.

Di sicuro c’è che nessuno, nei giorni precedenti l’assalto, aveva segnalato o denunciato alle forze dell’ordine o ai servizi sociali i comportamenti dell’uomo, in Italia da una decina di anni. Già al suo arrivo nella città del golfo era stato preso in carico dalle strutture sanitarie con il riscontro di alcune problematiche di disturbi e di salute mentale.

«Una procedura che si fa per tutte le persone che si trovano in questa situazione – spiega il sindaco Pd Andrea Benini – chi ha un pregresso problematico viene preso in carico e questo è successo anche per il cittadino del Burkina Faso. Le difficoltà erano evidenti, era solo e lontano da casa dopo aver vissuto una storia familiare tragica; all’inizio ha convissuto in una piccola comunità poi ha iniziato un percorso verso il raggiungimento di una maggiore autonomia, sempre seguito dai servizi sociali e dalla psichiatria».

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Questo è un folle malato mentale mantenuto da dieci anni dagli italiani su mandato del Pd. Il sindaco è responsabile, deve essere arrestato.

Faceva ‘piccoli lavoretti’.

Con il passare del tempo sono arrivati anche i primi lavoretti che ne avevano aiutato l’inserimento, soprattutto impieghi stagionali come quello che nelle scorse settimane lo ha visto all’opera presso uno stabilimento balneare, sempre e comunque sotto il controllo delle autorità sanitarie.

«I responsabili del servizio di psichiatria – continua Benini – mi hanno confermato che da quando era tornato a primavera non c’erano stati segnali recenti, né da parte del ragazzo né da altre persone, che avrebbero potuto far presagire quanto è successo. Così come nessuna denuncia o nessuna segnalazione dai vicini o da persone che avevano avuto modo di vederlo o frequentarlo era arrivata nei giorni scorsi alle forze dell’ordine. Nessun campanello di allarme insomma, probabilmente la situazione è precipitata negli ultimissimi giorni».

L’uomo viveva in uno degli appartamenti che il Comune di Follonica destina all’emergenza abitativa, una struttura di ridotte dimensioni oggettivamente adatta a una sola persona, fra l’altro sono poche le case con queste caratteristiche visto che solitamente per l’emergenza abitativa sono richieste volumetrie maggiori. Il letto nella camera dell’appartamento è situato proprio a parete con l’ascensore dal quale è uscita la nonna con i nipoti vittima dell’aggressione, probabilmente qualcosa di impensabile nella testa dell’africano è scattato al momento della chiamata del mezzo.

«Purtroppo quando ci sono patologie che affliggono la sfera psichiatrica è molto difficile prevedere reazioni o comportamenti, anche da parte di chi si occupa quotidianamente di seguire queste persone – conclude Benini – adesso non bisogna perdere la lucidità e la razionalità nell’analizzare quanto successo, stare attenti a non cavalcare lo choc emotivo di quello che è capitato lasciandosi andare a commenti pericolosi. Pensiamo anche che chi ha dato una speranza di vita alla donna aggredita è stato un altro migrante, il senegalese che si è gettato sull’aggressore. Da parte del Comune l’impegno sul tema della sicurezza sta continuando e non è un caso che proprio il comitato provinciale si sia tenuto a Follonica perché ci sono dinamiche complesse da prendere in considerazione che vanno al di là dell’emergenza, quanto accaduto l’altra sera in via dei Pini è grave e choccante, ma con gli strumenti ordinari non era prevedibile».




12 pensieri su “Anziana in fin di vita, sindaco Pd difende l’africano: “Lo manteniamo da dieci anni””

  1. Un grande partito il cui ricordo meriterebbe di essere conservato in un barcone cosparso di benzina per poi dargli fuoco.

I commenti sono chiusi.