https://swift.it-mil1.entercloudsuite.com/v1/KEY_f229b63013524d75b7a339f5df727a3c/ilcittadinomb/2020/10/7/MB_V_12052.mp4
Due genitori esasperati dalla figlia 16enne schiava dell’eroina che si rivolgono ai carabinieri. E la risposta, dopo due anni di indagini, sono quattro arresti di altrettanti spacciatori. I Carabinieri della Compagnia di Monza, mercoledì 7 ottobre, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Monza traducendo 3 uomini in carcere, di cui due cugini marocchini di 28 e 25 anni e un algerino di 41 anni, e una donna agli arresti domiciliari, monzese di 32 anni compagna dell’algerino, smantellando così un network di spaccio al dettaglio che operava nel centro di Monza, tra la Stazione F.S., corso Milano – via Borgazzi e largo Mazzini. Un quinto soggetto, un marocchino di 36 anni, destinatario della misura cautelare in carcere, che si è reso irreperibile tornando verosimilmente nel paese d’origine, è tuttora ancora ricercato.
L’indagine era stata avviata dagli uomini di via Volturno nel marzo del 2018, a seguito della denuncia dei genitori di una ragazza, minorenne e tossicodipendente, esasperati dai suoi continui acquisti di eroina. Attraverso servizi di osservazione e pedinamento, individuazioni fotografiche, ma anche con l’utilizzo di intercettazioni telefoniche, i militari hanno individuato 8 soggetti, di cui 5 destinatari delle misuri cautelari, smantellando la rete di spaccio di cocaina ed eroina, formata da cittadini nord – africani, operanti individualmente ma anche interconnessi tra loro, secondo un livello di approvvigionamento che vedeva quale stabile rifornitore il soggetto marocchino ancora ricercato.
Era lui a distribuire lo stupefacente ai due cugini marocchini: la droga, eroina e cocaina, veniva consegnata all’acquirente, nel quantitativo richiesto, tramite un “normale” ordine telefonico. In particolare i cugini, dopo aver ricevuto la prenotazione, prelevavano lo stupefacente da alcuni arbusti presenti in fondo ad una strada sterrata a Brugherio nei quali avevano precedentemente occultato le dosi, all’interno di vari pacchetti di sigarette.

Smettiamola di criminalizzare solo gli spacciatori, che sono m**de a prescindere da nazionalità e razza. I genitori invece di essere esasperati, dovrebbero fare mea culpa, perché sono loro corresponsabili della tossicodipendenza della figlia. Gli hanno dato troppa libertà – come purtroppo ormai fanno tutti i genitori di ragazzi adolescenti – e queste sono le conseguenze. Se non viene rovesciato il Sessantotto e ciò che ha portato nella nostra società, ovvero il “vietato vietare”, siamo morti.
Mah, proprio per il problema culturale che giustamente hai individuato, non sarei così svelto a colpevolizzare i genitori (e neppure la sfortunata). In questa società la famiglia ha perso il suo ruolo, non ha più né tempo né autorità per educare i figli, può solo dare il buon esempio e sperare in bene.
Fosse solo la droga il problema, ormai molti genitori danno la libertà alle proprie figlie anche quando si tratta di farsi ingroppare dai negri.
@nuvoloso
“…può solo dare il buon esempio e sperare in bene.”: e questo é un gravissimo. Considerato soprattutto che i mass-media liberalprogressisti trasmettono contenuti spazzatura che li corrompono moralmente. Per non parlare poi anche della scuola.
@BlackEagle
Eh sì, assolutamente, i problemi sono numerosi relativamente all’assenza dei divieti genitoriali ai figli minorenni, tra cui quello da te menzionato. Non solo gli permettono alle figlie di farsi ingroppare dai ne(g)ri, ma in generale di avere esperienze sessuali precoci. Non é che gli dicono “non hai ancora l’età per certe cose”, assolutamente no, ma frasi del tipo “mi raccomando, usa il preservativo”.
Imbarcarli su un volo diretto a Casablanca che a tagliare loro i coglioni ci pensa la polizia.Le leggi in materia di droga sono ferree e da li non scappa nessuno in quanto entrano in piedi e ne escono su un carretto con i piedi davanti.