Salvini, congolese non si pente: “Io ti maledico”, l’odio dei migranti contro gli italiani

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La congolese che ieri ha aggredito Matteo Salvini a Pontassieve durante un comizio elettorale, un reato gravissimo, è libera e a casa. Continua a lavorare per il Comune PD.

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Gli ha strappato camicia e rosario al grido di “io ti maledico” e altre frasi incomprensibili. Probabilmente qualche stregoneria di casa Kyenge.

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La signorina, di cui non si conosce il nome, perché la privacy del migrante è sacra, tal A.F.B., è stata raggiunta telefonicamente dalla AdnKronos, alla quale risponde con poche parole che non lasciano trasparire pentimento per il gesto: “Non dico niente dell’aggressione, sto facendo altro e non voglio parlare. Non sono obbligata e non me la sento di dire niente”.

L’agenzia di stampa dà conto di una “voce inizialmente impercettibile, incerta come sommessa”. Una voce che però “diventa squillante e finalmente chiara” quando la donna viene incalzata sui motivi che la hanno spinta ad aggredire il leader della Lega in pubblico. “Non sono obbligata a parlare con voi, vero?”, replica in modo netto. E ancora, ribadisce: “Sto facendo altro adesso e non voglio commentare. Non me la sento di dire niente”.




14 pensieri su “Salvini, congolese non si pente: “Io ti maledico”, l’odio dei migranti contro gli italiani”

  1. Le risorse applicano il pensiero liberale: aggredire chi non la pensa come loro.
    La differenza rispetto ai fascisti non è molto chiara…

  2. Questo però ovviamente non è razzismo, odio,. In cosa è laureata e specificatamente quale è la sua mansione?

I commenti sono chiusi.