Lo scorso 3 marzo, infatti, il Cts: “Il Comitato propone di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei comuni della zona rossa anche in questi due comuni, al fine di limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue”. Un chiaro appello al governo nazionale, chiamato ad agire. Ma la zona rossa non venne istituita, anche se il 5 marzo in provincia di Bergamo arrivarono 250 componenti delle forze dell’ordine.
Inizia a sgretolarsi il terreno. Uno stralcio del verbale numero 16 del Comitato Tecnico Scientifico del 3 marzo su Alzano e Nembro dove si proponeva di istituire la zona rossa per i due comuni per limitare la diffusione #Covid19. Invito rimasto inascoltato da Conte. #RadioSavana pic.twitter.com/Wa1Dv8vaai
— RadioSavana (@RadioSavana) August 7, 2020
Nel documento, gli esperti mettevano in evidenza che “i due comuni si trovano in stretta prossimità di Bergamo e hanno una popolazione rispettivamente di 13.639 e 11.522 abitanti. Ciascuno dei due paesi ha fatto registrare attualmente oltre 20 casi, con molta probabilità ascrivibili ad un’unica catena di trasmissione. Ne risulta, pertanto, che l’R0 (cioè l’indice di contagio, ndr) è sicuramente superiore a 1, il che costituisce un indicatore di alto rischio di ulteriore diffusione del contagio”. Dunque il Comitato tecnico scientiffico proponeva “di adottare le opportune misure restrittive” come quelle che avevano riguardato il Lodigiano.
Conte decise altrimenti. E poi diede la colpa a Fontana.