Lamorgese ammette: “Non sappiamo come controllare i tunisini che sbarcano”

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A centinaia in fuga, popolazione a rischio. Governo complice.

Lamorgese va a Tunisi in ginocchio a chiedere stop sbarchi: ignorata

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Le “forti preoccupazioni italiane” per l’incremento degli arrivi via mare sono state condivise dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che oggi a Tunisi ha incontrato il presidente del Paese nordafricano, Kais Saied. Al 24 luglio su 11.191 migranti sbarcati in Italia, ben 5.237 sono partiti dalla Tunisia e di questi quasi 4 mila sono tunisini. Si tratta, spiega il Viminale di “flussi incontrollati” che creano “seri problemi legati alla sicurezza sanitaria nazionale che si riverberano inevitabilmente sulle comunità locali interessate dai centri di accoglienza, dai quali, tra l’altro, i migranti tunisini in particolare cercano di allontanarsi in ogni modo prima del termine del periodo di quarantena obbligatorio”. La ministra ha quindi sottolineato che risulta “determinante l’azione della Tunisia” ed il presidente Said “ha dato rassicurazioni su una intensificazione dei controlli alle frontiere marittime per contrastare l’attività dei trafficanti di migranti”.

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Una ‘rassicurazione’.

Mentre la cazzara blaterava a Tunisi altri 500 clandestini tunisini fuggivano dalla quarantena e altre centinaia sbarcavano. E le navi del governo li trasferivano nei porti siciliani da cui fuggono.

Questo governo se ne deve andare. Non si chiede alla Tunisia di bloccare le partenze, si inviano navi militari cariche dei loro clandestini e si esige di scaricarli nei loro porti.




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