Il governo e Walter Ricciardi modificano i parametri: adesso andranno considerati solo i casi positivi confermati dall’Istituto di sanità. I contagi passano così da 650 a 282.
Nei prossimi giorni i dati sulle persone colpite dal coronavirus in Italia si abbasseranno o resteranno stabili dopo giorni di crescita a ritmo sostenuto. Il cambiamento non sarà però dovuto, probabilmente e purtroppo, a una diminuzione della circolazione del virus ma a un nuovo sistema di calcolo dei casi.
“In Italia – ha spiegato Giuseppe Ippolito, infettivologo dello Spallanzani – si sta lavorando affinché vengano comunicati solo i casi di nuovo coronavirus clinicamente rilevanti “, cioè quelli che hanno sintomi importanti. Negli altri Paesi del mondo, ha spiegato si fa così: “Coloro che risultano positivi ai tamponi fatti per qualsiasi altro motivo, andranno in una lista separata ma comunque estremamente importante per la definizione della situazione epidemiologica”. L’effetto sperato è anche quello di ridurre il panico.
E si rifiutano di fare i tamponi: «Ho dovuto minacciare di denunciare i medici pur di fare il tampone. Ho chiamato tutti i numeri verdi messi a disposizione, nessuno mi ha risposto. Mi sono recato con mezzi propri al Cotugno, sono rimasto in attesa assieme a decine di persone e solo dopo aver minacciato denunce penali mi hanno fatto questo benedetto test. Poi sono andato via con una diagnosi interlocutoria e solo leggendo i giornali, ieri mattina, ho capito di essere positivo al corona virus».
Eccolo il «paziente uno» partenopeo. È un avvocato, ha cinquanta anni, vive a Napoli. Ed è incontenibile. Spiega al telefono: «Ho trovato disorganizzazione e contraddizioni, non è così che si affronta un’emergenza. Se so di essere positivo, lo devo solo alla mia insistenza. Ho chiesto più volte di non essere spedito a casa senza tampone, di poter raccontare la mia storia…».
La disposizione del ministero della Salute è perentoria, ma sembra difficile che possa essere rispettata dalle Regioni. Perché impone che la comunicazione del numero dei contagiati da coronavirus sia affidata esclusivamente all’ Iss, l’Istituto superiore di sanità e non – come accade adesso – alla Protezione civile che raccoglie i dati provenienti da tutta Italia. E tanto basta per scatenare una guerra tra istituzioni, ma anche a generare caos in una materia tanto delicata come quella relativa al numero di malati, deceduti e guariti. Lo scrive il Corriere della sera in edicola venerdì 28 febbraio.
Soprattutto in un momento di grande preoccupazione per quanto sta accadendo nel nostro Paese ormai arrivato a 650 persone positive al test, 17 vittime e 45 pazienti guariti. Con il paradosso che gli stessi esperti del dicastero si contraddicono tra loro e forniscono cifre diverse persino sul bollettino ufficiale quotidiano. Nell’attesa la Protezione civile continuerà a emettere il doppio bollettino quotidiano con la situazione aggiornata.
P.s. Antani, spero un giorno di poterti stringere la mano (senza rischio di contagio).
Grazie!
Se dovessimo organizzare un raduno di qualsiasi tipo troveremmo la psicopolizia ad aspettarci. Per ora. 😉