Abitava in piccolissimo villaggio sperduto, Chak-461, e ogni giorno doveva fare chilometri per arrivare a scuola, spesso e volentieri a piedi.
Quattro giorni fa, Masil è stato fermato e sequestrato dai compagni di classe islamici che, da tempo, con atti di violenza sempre più pesanti, lo perseguitavano. Lo hanno massacrato fino a colpirlo a morte con pugni e calci.
Il ragazzino è crollato a terra esanime. È morto in ospedale a Burewala poche ore dopo il pestaggio.
La polizia ha registrato un caso di omicidio ai danni di Ahmed Raza e di altri studenti musulmani, consegnando il corpo ai parenti del ragazzo, affranti. Ma si sa che, alla fine, nessun islamico che uccide un cristiano viene veramente perseguito, in Pakistan.
Secondo le prime indagini della polizia, sembra che il ragazzo fosse vittima di bullismo, di molestie e insulti anche a causa della sua fede cristiana e che i compagni avessero tentato di far convertire Sharon all’islam. Il ragazzo ha resistito anche nell’ultimo episodio di violenza, rivelatosi fatale. Date le minacce e le violenze già subite, Sharon aveva manifestato l’intenzione di cambiare scuola.
Pestaggi di questo tipo sono sempre più comuni anche in Europa. Soprattutto in Francia e nel Nord Europa, dove l’islam ha conquistato ormai interi quartieri e quindi, anche lì, ragazzini autoctoni sono diventati minoranza a casa propria.
E abbiamo notizia, per ora con meno frequenza, di episodi simili in Italia. Come nel caso della studentessa picchiata perché indossava la croce. E’ inevitabile, se fai arrivare oltre 200mila di questi individui, ogni anno, con i ricongiungimenti familiari.
E’ questa la vera invasione. Non quella, comunque nociva, dei barconi.
La cosa bizzarra è che l’Italia accoglie migliaia di pakistani islamici come profughi. Roba da matti.
Esatto fantonas… Chi semina vento… e non lo stanno seminando solo i migranti. La prossima guerra mondiale non si combatterà con le atomiche, o almeno, non solo, le atomiche e gli ordigni chimici e batteriologici, inizieranno solo il lavoro di abbattere queste entità precarie che sono diventati gli stati concludendo un’epoca. Dopo, chi vivrà vedrà, e se non saprai usare il fucile, credo proprio te la passerai veramente male. Dubito che le sardine abbiano mai avuto solo il pensiero di fare il servizio militare o provare un poligono di tiro. Per ora contano sulle forze dell’ordine che vituperano, e sui magistrati che osannano… Domani potrebbe essere meno semplice dopo un altro 8 settembre alla decima potenza, e non credessero di risolvere chiamando i marines come durante la seconda guerra mondiale, altra categoria che odiano ma che si attaccano alla loro sottana quando se la vedono brutta, perché anche gli americani si sono rotti i coglioni dei ‘liberal’.