Il grado di ‘integrazione’ misurato coi baffi.
Si stava occidentalizzando troppo e stava abbandonando le tradizioni del suo Paese d’origine. Per questo motivo, come racconta il Corriere della Sera, un bambino di 12 anni, nato in Italia e residente con la famiglia a Montecchio Maggiore (Vicenza), sarebbe stato riportato in Bangladesh con l’inganno dai genitori. Il padre avrebbe raccontato i comportamenti di quel figlio troppo ribelle che per la sua cultura sono inconcepibili. Come quella volta che avrebbe deciso di tagliarsi i primi baffi senza chiedergli il permesso. Fino ad arrivare alle sue recenti passioni: il rap e gli scacchi.
Il ragazzino avrebbe espresso il suo malessere anche in alcuni temi a scuola. «Quando ritorno a casa, loro mi picchiano. È ingiusto essere maltrattati da tuo padre e da tua madre, subire insulti per ragioni sciocche o perché non appoggi la loro religione». Nel frattempo sarebbe intervenuta anche l’Unità operativa tutela del minore che aveva intenzione di togliere l’affidamento ai genitori. Da qui la decisione di riportarlo al paese d’origine con l’inganno. L’allarme è scattato dopo che il 12enne avrebbe mandato un messaggio Whatsapp ad un amico: «Aiutami, sono a Dubai e mi stanno portando in Bangladesh».
Il problema è alla fonte: non vanno fatti entrare. L’integrazione è un doppio omicidio: elimina due culture. Ma se non vogliono integrarsi, perché si portano dietro mogli e figli? Questa è un’immigrazione di sostituzione, non di ‘lavoro’.

Meno uno.
https://lanuovabq.it/it/pakistan-cristiana-convertita-allislam-e-sposata-a-forza-a-un-musulmano