Procuratore Antiterrorismo: “Mafia nigeriana mette immigrati sui barconi”

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“Tratta di persone, sfruttamento ai fini della prostituzione e sfruttamento lavorativo, traffico di stupefacenti che è la prima attività criminosa: sono questi i reati compiuti e portati avanti da organizzazioni transnazionali, anche africane, dove quella nigeriana è l’organizzazione più forte”. Lo ha detto il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, in audizione davanti al Comitato parlamentare di controllo su Schengen, a proposito del ruolo della mafia nigeriana nel traffico di esseri umani che alimenta i flussi migratori irregolari.

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Quella nigeriana – ha sottolineato – è l’organizzazione più forte e ha articolazioni in tutte le regioni italiane e anche in tutti i paesi d’Europa, con una base molto forte nel paese di origine”. De Raho ha spiegato che le diverse articolazioni della mafia nigeriana, “pur operando in modo separato in territori e regioni diverse, sembrano collegate allo stesso vertice. E’ il primo spiraglio – ha messo in evidenza – che abbiamo di fronte all’ipotesi che esista una struttura verticistica unitaria al di sopra di coloro che operano sui singoli territori”.

Esiste una sorta di “grande ‘consorzio’ tra le varie organizzazioni criminali che operano in Africa, che agevolano e proteggono in qualche modo i migranti, fino alle coste libiche“.

Lo ha detto il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, in audizione davanti al Comitato parlamentare di controllo su Schengen, a proposito del ruolo della mafia nigeriana nel traffico di esseri umani che alimenta i flussi migratori irregolari.

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Quindi, come già sapevamo, non fuggono dalla Libia: ci vanno per imbarcarsi. E li porta la mafia nigeriana. Per poi venire a fare a pezzi ragazzine in Italia. O nella gran parte dei casi a spacciare, chiedere l’elemosina e battere.

“Le indagini di sviluppo in occasione del traffico di migranti dalle varie procure distrettuali, presso cui i territori sono avvenuti gli sbarchi – ha spiegato – hanno consentito di accertare che il migrante diventa una vera e proprio merce di scambio. Coloro che vogliono venire in Europa, pagano il loro prezzo e vengono accompagnati prevalentemente dalle organizzazioni sulle coste libiche. Quel che è stato accertato è che il migrante, in qualunque paese africano si trovasse, entrava in contatto con l’organizzazione criminale del luogo, che poi lo accompagnava dal paese di origine fino alle coste libiche” ed “è stato dimostrato il legame tra le varie organizzazioni criminali che operano nei diversi paesi dell’Africa”. “E’ capitato – ha proseguito – che i migranti che non hanno pagato il prezzo congruo siano stati tenuti in centri di concentramento sulle coste libiche, con una richiesta ai familiari di un ulteriore prezzo, un’integrazione. Questo rende ancora piu preoccupante – ha concluso – ciò che accade in quei paesi, rende ancora più ampio lo spazio del commercio sul migrante, agevola la finalizzazione di questa tratta”.

Per eliminare le mafie africane dal’Italia, basterebbe rimpatriare gli africani in eccesso presenti in Italia. Che sono diverse centinaia di migliaia di individui.