Ecco cosa raccontava Renaud Girard, editorialista del giornale francese Le Figaro, riguardo le Ong.
“I trafficanti devono guadagnare, fare soldi. Ogni passaggio costa tra i 3 mila e i 5 mila euro per ogni clandestino. Denari che finiscono in tasca a mafie che operano non solo in Libia e in Niger, ma anche nei paesi d’origine dei migranti e sulla costa europea. Un giro d’affari illegale, diventato molto più importante del traffico di droga”.
In questo traffico ‘umanitario’ svolgono un ruolo decisivo le Ong: “Raccolgono dei disperati, li mettono su un canotto gonfiabile e li portano a 12 miglia nautiche dalla costa della Libia, al limite delle acque internazionali. E da lì inviano un Sos con il telefono satellitare, dicendo che c’è un naufragio imminente. E poi se ne vanno. Da quel momento sono le navi delle ong che fanno il resto del lavoro”. Complicità. Che però è impossibile da provare, visto che i contatti sono tenuti attraverso Alarm Phone, creato proprio per evitare ‘imbarazzanti’ contatti diretti.
“Sarebbe più logico – scrisse l’editorialista – che questi poveri naufraghi, o quelli che passano per tali, vengano riportati sulle coste dalle quali provengono, a Tripoli o nei porti vicini”. Tipo la Tunisia.
Oh… cielo… cado dalle nubi……!!!!!
sveglia , sono tre anni che lo ho gia detto , cavolo , ma siete proprio duri a capire come gira il mondo !