“Si nasconde purtroppo una vasta rete criminale che vede la mafia nigeriana operare prima, durante e dopo gli sbarchi dei migranti in Italia.
“Gli scafisti il più delle volte sono integrati nell’organizzazione. Chi non capisce questo evidentemente è reso cieco dal buonismo imperante che continua a far credere che le migrazioni siano un fenomeno spontaneo e inevitabile. Chi si rende complice degli arrivi ritengo non compia affatto un atto umanitario, ma criminale.
“La vicenda di Pamela resta emblematica. Ci mette davanti agli occhi una realtà ancora più sconvolgente. In questa situazione di emergenza occorrerebbero ben altre misure rispetto a quelle messe in campo. Servirebbe prima di tutto un blocconavale delle partenze dalla Libia.
“Il presidente Sarrāj ha detto che ci sono circa 800mila persone pronte a partire. Il problema non sono i 47 disperati della SeaWatch, ma i 47 milioni in partenza dal Sahel e dall’Africa subsahariana e diretti in Europa. Come potremo con i soli strumenti di Polizia giudiziaria. Temo che le forze dell’ordine non siano neanche del tutto attrezzate per fronteggiare questa grande piaga”.