Conte ha anticipato il rientro da Nicosia per un incontro con Salvini e Di Maio e dal summit mediterraneo si proclama “responsabile di questa politica di governo” e dunque assicura che “mi assumo la piena responsabilità di ciò che è stato fatto e della vicenda Diciotti”. Ai senatori non dà suggerimenti, ma il presidente del Consiglio sottolinea che la questione “rientra nella gestione del governo. Non mi sento estraneo e questa vicenda non può essere estranea al governo”.

E ancora: “Sulla redistribuzione dei migranti a bordo della Sea Watch abbiamo la disponibilità di 5 Paese: Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta”. Così il premier Conte da Nicosia ai microfoni di RaiNews 24.

Se sbarcano e verranno redistribuiti, il problema si riproporrà identico tra poche settimane, come si è riproposto dopo il caso di Malta. L’unica soluzione è il respingimento in Africa o il trasferimento a in Olanda e altri Paesi ma, solo, con bandiera tolta all’ong.

Altrimenti, l’espediente dell’Ong di puntare l’Italia per riaprire i porti avrebbe funzionato. Perché l’Ong avrebbe raggiunto il suo scopo: far approdare i clandestini in Europa, nonostante la legittima opposizione di uno Stato sovrano.

Sarebbero quindi le Ong (e chi le controlla realmente) ad imporre agli Stati la politica migratoria.

Perché la strategia della Sea Watch era questa fin dall’inizio: forzare lo sbarco. Dimostrare che nulla può fermare il traffico umanitario. Nemmeno Salvini.

Non possiamo permetterlo.