Profughi imbottiti di Viagra, ma i Vescovi ne vogliono di più

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I vescovi non rappresentano più il Cristianesimo. Ma una sua forma degradata a idolatria del diverso. A masochismo. La Croce non più come sacrificio in nome della salvezza, ma come strumento di piacere nel dolore.

Non hanno nemmeno il senso del ridicolo, i vescovi. Ieri, il giorno dopo l’inchiesta su uno di loro che imbottiva i profughi di Viagra per sbatterseli meglio, hanno avuto l’ardire di attaccare Salvini: vogliono più profughi.

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Lo hanno fatto con una nota della presidenza della Cei con a capo il cardinale Gualtiero Bassetti:

“Ci sentiamo responsabili di questo esercito di poveri, vittime di guerre e fame, di deserti e torture”

“Gli occhi sbarrati e lo sguardo vitreo di chi si vede sottratto in extremis all’abisso che ha inghiottito altre vite umane sono solo l’ultima immagine di una tragedia alla quale non ci è dato di assuefarci. (…)È la storia sofferta di uomini e donne e bambini che – mentre impedisce di chiudere frontiere e alzare barriere – ci chiede di osare la solidarietà, la giustizia e la pace”. La nota inizia così, con riferimento alla donna eritrea magicamente trovata in mare dopo 48 ore, Josefa, dalla ong spagnola Open Arms e portata via nel timore che Zuccaro la interrogasse.

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“Come pastori della Chiesa non pretendiamo di offrire soluzioni a buon mercato”, scrivono i vescovi. E pur rispettando quanto accade “non intendiamo né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto.”

Ma non vi vergognate?

Le cronache, e ripetutamente, ci raccontano di parroci che lucrano sull’assistenza ai migranti, traendo benefici in termini di Soldi e Sesso. Basti ricordare quanto accaduto lo scorso anno a don Edoardo Scordio, parroco di Isola Capo Rizzuto, arrestato e poi messo ai domiciliari per aver distratto a vantaggio di una cosca i fondi destinati al Centro di accoglienza del suo paese. E quanto successo, due mesi fa, a un sacerdote della diocesi di Grosseto, indagato per aver fatto finire su un conto corrente personale soldi destinati alla gestione dei rifugiati.

Ancor più ripugnante è il ricatto sessuale messo in atto da alcuni preti per assicurare agli immigrati accoglienza e status di profugo. Ha fatto scuola, quattro anni fa, il caso di don Sergio Librizzi, il prete a capo della Caritas di Trapani che, costringeva gli immigrati a prestazioni sessuali, lasciando loro intendere di poter agevolare il riconoscimento dell’asilo. E lo poteva fare, visto che era incredibilmente membro della commissione che decideva sull’Asilo: lui, un membro della Caritas.




Un pensiero su “Profughi imbottiti di Viagra, ma i Vescovi ne vogliono di più”

  1. Oramai il clero cattocomunista.pedofilo.gay diventa sempre piu famoso per questi fatti una volta incredibili .attualmente all ordine del giorno…

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