Cinque ragazzi italiani indagati: hanno incendiato campo nomadi

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Sono cinque ragazzi bresciani, tutti studenti di buona famiglia, gli indagati per il doppio blitz incendiario del 10 febbraio scorso, prima alle casette occupate di Via Gatti a Brescia e poi contro il campo nomadi, ovviamente abusivo, di Rezzato, solo poche ore più tardi. Quattro di loro hanno solo 18 anni, all’ultimo anno di superiori, il più grande ne ha 19, iscritto da qualche mese all’università. Sono stati individuati per colpa della targa dell’auto di uno di loro, inquadrata dalle telecamere di videosorveglianza.

Sarebbero stati lanciati tre petardi modello Thunder, in vendita regolarmente nel mercato pirotecnico ma comunque in grado di provocare un “botto” considerevole.

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I cinque giovani sono comunque indagati per getto pericoloso di cose, danneggiamento e violazione di domicilio. Dalle prime indiscrezioni sembrava fossero state lanciate delle bombe carta.

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I cinque hanno negato di appartenere a qualsiasi movimento politico, tantomeno di estrema destra: circostanza che sarebbe stata confermata dagli accertamenti degli inquirenti, che hanno verificato anche i profili social dei ragazzi denunciati. Si è comunque parlato di un “attacco” di matrice razzista o xenofoba. Ora si trovano in stato di libertà, mentre attendono l’inizio del processo.

Perché tutto dipende dalle foto che posti su facebook e del partito a cui sei iscritto. Se sei del PD puoi lanciare petardi agli zingari, se sei della Lega no, evidentemente.

Ma il problema è a monte: non devono esistere campi nomadi. Né abusivi in Italia.