Don Andrea Santoro ucciso al grido Allah Akbar

Vox
Condividi!

Oggi Bergoglio ha ricevuto il sultano turco Recep Tayyp Erdogan. Ha scelto una data non troppo ‘educata’.

Vox

Dodici anni fa, in queste ore: «Proprio il 5 febbraio del 2006, a Trebisonda, sul Mar Nero, venne ucciso mio fratello, don Andrea Santoro, al grido di Allah è grande – dice al Giornale Maddalena Santoro – e l’incontro di oggi tra il Papa e il presidente turco, per noi cristiani, non è una pura coincidenza. Spero e mi auguro – prosegue – che emerga, e sicuramente emergerà da parte di Francesco, il problema della libertà religiosa in Turchia, che significa accoglienza e rispetto gli uni degli altri, di tutti gli uomini, credenti e non credenti. Questo significa far sì che non si viva di paura, di restrizioni. Il dialogo non può esistere se non c’è reciprocità considerando l’altro una ricchezza e questo ci ha insegnato don Andrea». Come vivono i cristiani oggi in Turchia? «Con il passare degli anni le cose non sono migliorate – risponde Maddalena Santoro, docente alla Lumsa e fondatrice dell’associazione “Don Andrea Santoro onlus” – anzi peggiorano di giorno in giorno. C’è una apparente e formale libertà per i cristiani, che, certamente, possono andare in chiesa, ma resta un forte controllo da parte delle forze dell’ordine».

VERIFICA LA NOTIZIA

«La diocesi di Roma sta raccogliendo tutto il materiale e l’intero archivio di lettere e scritti in nostro possesso. I suoi ex parrocchiani sperano che presto mio fratello diventi testimone di fede e venga considerato martire in “odium fidei”».

Ma se la religione si nutre di martiri, arriva il momento in cui la reazione è necessaria. Se non vuoi perire come civiltà.