Istruzioni a clandestini prima di imbarcarsi: “Chi contattare e come vivere a spalle italiani”

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Un manuale per immigrati, per fregare gli italiani. È questa la sintesi del tomo di 53 pagine distribuito dalle Ong ai migranti per spiegargli come aggirare le leggi e ottenere asilo in Italia. A spese dei contribuenti

Dal Giornale:

Si chiama “welcome to Italy” ed è stato redatto dalla “rete euro-africana”, nata nel 2009 e aiuta i volenterosi che aiutano i migranti ad accasarsi in Europa.

Il manuale per immigrati – Nell’introduzione, gli autori spiegano che il manuale è una “guida indirizzata a tutti i migranti che arrivano in Italia”. E si parla davvero di tutto. Come spiega Libero, nelle 53 pagine si legge che “in questa guida troverete informazioni indipendenti sui vostri diritti fondamentali qui in Italia”. Così sembra detta molto bene, ma non è altro che una guida all’immigrazione clandestina. Si spiega, per esempio, che chiunque può fare richiesta di protezione internazionale. Informzioni “sulle pratiche e la legislazione italiane ed europee”. Senza dimenticare, ovviamente, le indicazioni per “muoversi in Italia e chiedere aiuto e si chi contattare nelle varie città italiane”. Insomma, c’è tutto.

I ricorsi a spese degli italiani – Ma non basta. Perché per quelli a cui viene respinta la richiesta di asilo, i bravi volontari della Ong spiegano come fare ricorso in Tribunale a spese dei contribuenti. “Se la tua domanda viene rifiutata – si legge – e ricevi un diniego da parte della commssione territoriale, puoi rivolgerti ad un avvocato per fare ricorso in Tribunale. Si può chiedere aiuto allo Stato Italiano chiamato “patrocinio gratuito” cioè la possibilità di fare ricorso contro il diniego senza spese a tuo carico se hai un reddito inferiore a 11mila euro”. E, ovviamente, tutti i migranti sono nullatenenti.

Istruzioni per l’invasione – L’ultima chicca di questo manuale è la spiegazione di come farsi raggiungere da altri immigrati. “Se sei in contatto con amici e parenti – si legge ancora – che potrebbero arrivare via mare, comunica loro il numero di telefono dell’Alarm Phone che (…)è un numero di emergenza per sollecitare le operazioni di salvataggio. Gli immigrati chiamano, le Ong rispondono e l’Italia obbedisce: accettare chiunque arrivi. Non solo. Perché quel numero è disponibile anche a rispondere in caso di “pericolo di respingimento”.

Non abbiamo inserito i link, non intendiamo fare pubblicità a questi criminali.

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Sono probabilmente gli stessi che fanno questo:  CHOC: VOLANTINO MARE NOSTRUM DIFFUSO IN NORDAFRICA

Ma non lo fanno solo le cosiddette Ong, molte al soldo del criminale ‘umanitario’ Soros. Lo fanno anche entità governative:  IL SITO INTERNET CHE AIUTA I CLANDESTINI A FRODARE LO STATO CON L’AIUTO DELL’UNAR

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C’è un sito internet caro all’Unar – istituzione governativa pagata con le nostre tasse – tanto caro che lo inondano di pubblicità a pagamento, che insegna ai clandestini come frodare lo Stato. Lo fa in diversi modi, dando delle vere e proprie ‘dritte’ su come aggirare le normative vigenti e quindi su come violare la legge. Un piccolo esempio:

Il problema? La procedura di registrazione online richiede il codice fiscale, che chi è in Italia irregolarmente non può avere. Se si prova ad andare avanti senza inserirlo, il sistema dà un messaggio di errore. L’unico escamotage per proseguire nella registrazione sembra essere la generazione di un codice fiscale “fasullo”, ma coerente con i propri dati anagrafici, su una delle tante pagine online che offrono questo tipo di servizio.

La procedura richiede il codice fiscale, perché si suppone che chi iscrive il figlio a scuola, sia un cittadino che, pagando le tasse, partecipa al finanziamento della struttura Scuola. Ecco che si insegna agli immigrati come sfruttare il nostro welfare danneggiando i contribuenti. Che dite, qualche magistrato prenderà atto che c’è un sito che lucra sulla presenza in Italia dei clandestini, dando loro ‘dritte’ su come frodare il sistema? Anzi, incitandoli a violare la legge? Nemmeno questo è reato? E’ poi molto grave che un’entità governativa come l’Unar sia finanziatrice, attraverso marchette pubblicitarie, di un portale che invita qualcuno a non rispettare le leggi vigenti.