E’ una strana bestia, Donald Trump. Uscito improvvisamente dalla schiera dei candidati alle primarie repubblicane, si è elevato con commenti insolitamente ‘scorretti’ per il panorama politico americano sull’immigrazione, commenti che hanno fatto breccia nell’opinione pubblica: cavolo, c’è qualcuno che dice quello che noi pensiamo!
La sua frase che più ha destato ‘scalpore’:
“When Mexico sends its people, they’re not sending their best. … They’re sending people that have lots of problems, and they’re bringing those problems to us. They’re bringing drugs. They’re bringing crime. They’re rapists. And some, I assume, are good people.”
In sintesi: gli immigrati delinquono.
I media lo hanno immediatamente assalito, è servito solo a favorirne l’ascesa nei sondaggi.
La reazione ai commenti di Trump è stata istruttiva. NBC e Univision hanno eliminato dai palinsesti per rappresaglia i suoi concorsi di Miss USA e Miss Universo.
Il sindaco di New York Bill de Blasio ha minacciato di far decadere i contratti della città con Trump.
La reazione dei rivali repubblicani di Trump è stata ancora più istruttiva. Inizialmente, è stato ignorato. Ma quando i principali media hanno cominciato a chiedere ai candidati del GOP cosa ne pensassero, è stato il panico. Perché se il primo parla, è poi impossibile rimettere il genio nella lampada.
Lui ha insistito. E oggi è andato direttamente dove è l’epicentro della crisi: Phoenix, Arizona. Come se Salvini andasse a Lampedusa.
Ignorando la richiesta del presidente del Partito Repubblicano di attenuare la sua retorica, Trump ha radunato quasi 10.000 sostenitori a Phoenix nel pomeriggio di Sabato. Una cifra enorme nella politica Usa.
Con lui, lo sceriffo di Maricopa County, Joe Arpaio, che ha costruito un profilo nazionale con i suoi sforzi aggressivi per scovare ed espelle gli immigrati clandestini nella zona di Phoenix, e i genitori delle vittime degli immigrati irregolari.
Il sistema oligarchico della politica americana – essenzialmente lo stesso partito con due teste – trema, teme il parvenu che parla il linguaggio della gente. Il sistema si basa sul tacito assenso che entrambi i partiti del sistema tacciano su alcuni argomenti: immigrazione, razza e religione. Tutto cade, se qualcuno inizia a parlare e dare una vera alternativa agli elettori.
Solitamente non avviene. I media ti silenziano, le lobbies non ti finanziano. Ma Trump ha soldi. Non dipende dai finanziamenti delle lobbies, e ha dalla sua Matt Drudge e il suo sito internet. Non sarà facile abbattere Donald Trump
Un pensiero su “E’ Trumpmania negli Usa: lui attacca immigrati, l’élite trema”
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