VITTORIO VENETO – Quattro degli immigrati ospitati a spese nostre al Ceis si oppongono al decreto di cessazione dell’assistenza firmato dal Prefetto. Ieri mattina hanno di nuovo bloccata la statale Alemagna a Serravalle.
Gli africani hanno lanciato oggetti contro le auto in transito danneggiandole. A scatenare la violenta protesta il decreto recapitato ieri verso le 8 al Ceis da un drappello di una decina di carabinieri.
Destinatari due nigeriani, un maliano e un migrante della Costa d’Avorio, ancora minorenne. Tutti responsabili dei disordini del febbraio scorso che avevano bloccato la statale 51. Per questo la Prefettura aveva deciso di revocare loro la permanenza. Circondati da altri ospiti della struttura, i quattro hanno di fatto impedito ai carabinieri la notifica dell’atto. Poi hanno bloccato la strada.
I militari hanno preferito non usare la forza per evitare che la situazione degenerasse. Di fatto, hanno subito il volere di clandestini delinquenti. Vergogna su prefetto e questore.
Gli atti di fatto non sono stati notificati.
«La prefettura aveva sospeso i benefici di sei persone che si trovavano qui al Ceis», racconta don Gigetto De Bortoli, responsabile della struttura di via Mazzini. Due hanno accettato e ne sono andati. Quattro di loro hanno resistito e si sono opposti al trasferimento. Hanno oltre tutto cercato di coinvolgere gli altri. Hanno affrontato anche i carabinieri e hanno ritentato il blocco stradale, ma non ci sono riusciti come speravano».
«Mi viene un po’ da sorridere perché volevano restare al Ceis. Sono proprio quelli che hanno protestato varie volte perché non avevano i permessi, perché non erano trattati bene da noi. Ma nel momento in cui hanno carta bianca di andarsene, vorrebbero restare. Non hanno motivato il perché. Almeno io non lo so».
Gli automobilisti «Erano le 8.30 e dovevo recarmi al lavoro a Costa», racconta A.C., «scendendo da Longhere ho trovato una colonna di macchine. I carabinieri ci hanno fatto segnali di tornare indietro senza darci spiegazione di ciò che stava accadendo. Ci hanno solo detto di fare la strada interna e percorrere via Caprera».
I residenti del posto sono tutti concordi: «Bisogna prendere provvedimenti».
Tutti in Africa.