Per i sedicenti profughi che alloggiano nel vecchio stabilimento industriale del quartiere Libertà – davanti ad una scuola femminile – il Comune di Bari prevede un esborso di circa 1 milione e mezzo di euro per costruire un nuovo centro fatto di casette e per gli allacci. Tutto a spese dei contribuenti.

Ma i clandestini, spalleggiati dai soliti nullafacenti di centri sociali e simili, protestano. A loro, le casette non bastano. E scrivono al sindaco: “Ci sono ex ospedali e caserme militari abbandonate, case sfitte o confiscate alla mafia, ma si è deciso per ben altro”, concludono.
Sbarcano e puntano subito alle case degli italiani.
