Licenziato per assumere immigrati low-cost: protesta al parlamento, politici tirano dritto

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Autista di camion sposato con due figli, una di diciassette anni alla quale non può più neanche comprare i libri di scuola, Luigi Perrino è rimasto senza lavoro due anni fa dopo trent’anni. E’ la storia raccontata da un quotidiano locale: “Mi hanno licenziato, come capita da molte parti, perché la ditta ha assunto lavoratori stranieri che costano meno e mandato via noi italiani – spiega Perrino – adesso a sessant’anni non mi assume più nessuno. Ci ho provato, rispondendo a diversi annunci, anche su Internet. Ho lavorato per tre mesi per una cooperativa. Mi avevano detto che mi avrebbero iniziato a pagare dopo due mesi, ma dopo tre mesi ancora non avevo visto un euro e ho lasciato. Dopo un po’ di tempo un altro lavoro e una storia simile. Mi hanno dato mille euro subito, poi per quattro mesi non ho visto più un euro. Ho provato a fare delle denunce con gli avvocati, ma poi bisognava pagare per andare avanti e io non avevo i soldi nemmeno per pagare l’affitto”. Mica è zingaro, che li paga Soros.

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“Il primo anno il comune di Mentana non mi ha dato un euro – spiega ancora – poi all’inizio di quest’anno mi hanno dato un contributo di 600 euro e ci ho pagato un mese di affitto, visto che ne avevo quattro di arretrati. Ma adesso gli affitti arretrati sono diventati otto più le bollette e il proprietario di casa mi ha scritto che è pronto a sfrattarmi. Sono andato di nuovo al comune di Mentana, ma mi hanno risposto che già mi avevano dato un contributo e non potevano darmene un altro. Ho dato un’occhiata alla lista di aventi diritto e alle prime posizioni erano tutti stranieri, di cui il primo in cima alla lista aveva diritto a 4 mila euro. Non mi sembra giusto. Alla Caritas ci siamo andati, ma al massimo danno qualche pacco viveri. Mia figlia lo scorso anno è andata a scuola senza avere i libri di testo, perché non ce li potevamo permettere. Quest’anno la scuola ce ne ha rimediati un paio, ma a volte non possiamo mandarla perché non abbiamo i soldi per pagare l’autobus”.

L’uomo ha manifestato la sua disperazione davanti Montecitorio: inutile. Un politico si è fermato, Alessandro Di Battista, del Movimento 5 Stelle, ma solo per ricordare che il gruppo di cui fa parte ha presentato una proposta di legge per il reddito minimo di cittadinanza. Questia, non lavoro. Ha invece tirato dritto, Rosy Bindi, che il disoccupato ha provato a fermare. Lei ha altri impegni.

“Ho scritto che sarei disposto a cedere un rene in cambio di un lavoro ed è vero – prosegue – qualcuno mi ha suggerito di venderlo, ma poi i soldi finiscono e i problemi rimangono. Spero che qualcunoraccolga il mio appello perché ho una famiglia da portare avanti e sono stanco di chiedere la carità. Continuerò con la mia protesta, fino a quando non otterrò qualcosa. Se va avanti così non so se avrò ancora un tetto sopra alla testa a Natale”.




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