Guardia Svizzera: “Lobby gay in Vaticano, importunato da Vescovi”

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Berna – Un’ex guardia svizzera ha raccontato di aver ricevuto almeno una ventina di richieste omosessuali da parte di preti, cardinali e vescovi mentre era in servizio in Vaticano. La sua intervista ad un domenicale di Basilea, “Schweiz am Sonntag”, è stata ripresa da Ticinonline.

L’ex guardia ha raccontato al domenicale di una telefonata in piena notte di un alto prelato che lo invitava ad andare nella sua stanza e di un biglietto d’invito a cena di un vescovo accompagnato da una bottiglia di whisky. L’uomo ha avvertito i superiori che però non avrebbero dato seguito alle sue denunce.

Intervistato dal giornale, il portavoce della Guardia Pontificia, Urs Moser non ha voluto commentare i fatti denunciati. “I pettegolezzi di una lobby gay in Vaticano non ci riguardano -ha detto- le uniche preoccupazioni delle guardie sono di natura religiosa e militare”.

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La lobby gay è viva e vegeta, e deve essere estirpata, prima che soffochi la Chiesa. Il Papa deve parlare e deve farlo con voce chiara, senza sofismi.

Certi Vescovi così accoglienti verso l’immigrazione e, soprattutto, verso gli ‘immigrati’, certe associazioni molto profit che li ‘ospitano’, lo sono e lo fanno per un motivo piuttosto terreno, diremmo quasi bestiale.

Di lobby gay parlò chiaramente BXVI, costretto alle dimissioni dall’enormità della sfida. Chi ha raccolto il testimone deve agire, e deve farlo con violenza cristiana. Non è escluso che molte dichiarazioni del Pontefice, che vengono ‘ad arte’ distorte dai media, siano in qualche modo manipolate da questa potente lobby.