Boom di schizofrenici e folli psicotici tra i profughi, studio

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I cosiddetti profughi hanno un maggior rischio di sviluppare disturbi psicotici, come schizofrenia e psicosi, con tutto quello che ne consegue per le società ospitanti. Non solo come costi sanitari, ma come probabili stragi alla Kabobo. A dirlo è un ampio studio condotto dai ricercatori del Karolinska Institut di Stoccolma e dell’University College of London appena apparso sul British Medical Journal, secondo il quale i rifugiati (i residenti con asilo ) in Svezia hanno un rischio più che triplicato (3,6 volte) di diagnosi di schizofrenia e di altre psicosi rispetto alla popolazione autoctona.

Poco era noto finora sul rischio di sviluppare psicosi da parte dei ‘profughi’, come sottolineano gli autori dello studio svedese. E agli immigrati in generale non va molto meglio, il che significa che è una questione ‘naturale’ (strutturale) e non dovuta a particolari esperienze traumatiche.

Lo studio è stato condotto in Svezia su 1 milione e 300 mila persone, tutti nati dopo il 1 gennaio 1984, seguiti a partire dal loro 14 ° compleanno o dalla data di arrivo in Svezia, se successiva, e fino alla diagnosi di un disturbo psicotico, all’emigrazione, alla morte o comunque fino al 31 dicembre 2011. I dati utilizzati sono stati ottenuti dallo Psychiatry Sweden, un database del Registro Nazionale Svedese.

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Ebbene, l’analisi mostra che a ricevere una diagnosi di psicosi è oltre un rifugiato su mille. Inoltre, ogni 10mila persone le nuove diagnosi sono 4 tra gli svedesi, salgono a 8 tra i migranti che non richiedono asilo e arrivano a 12 tra i rifugiati.

I Kabobo sono tra noi.

Il termine psicosi indica una tipologia di disturbo psichiatrico, espressione di una severa alterazione dell’equilibrio psichico dell’individuo, con compromissione dell’esame di realtà e frequente presenza di disturbi del pensiero, deliri ed allucinazioni.