Secondo dati ISTAT, nei primi otto mesi del 2015 si sono registrati 445 mila decessi, contro i 399 mila dello stesso periodo dell’anno precedente. Quasi 5 mila morti in più al mese. Sono dati da catastrofe naturale. Ma la natura non c’entra, c’entra il degrado sociale imposto dalla Ue e portato avanti dal 2011 dai governi PD.
Nel 2015 il numero dei morti è aumentato dell’11,3%, ovvero quasi 50 mila decessi in più rispetto al 2014. I dati del bilancio demografico mensile dell’Istat raccontano qualcosa di molto simile a quello che veniva registrato in Unione Sovietica prima del crollo.
“Il numero è impressionante. Ma ciò che lo rende del tutto anomalo è il fatto che per trovare un’analoga impennata della mortalità, con ordini di grandezza comparabili, si deve tornare indietro sino al 1943 e, prima ancora, occorre risalire agli anni tra il 1915 e il 1918”, scrive sul sito di demografia Neodemos il professor Gian Carlo Blangiardo. “Certo, si tratta di dati provvisori, ma negli anni scorsi l’Istat ha sempre confermato alla fine dell’anno i numeri pubblicati mensilmente. Magari ci saranno correzioni, ma nell’ordine di alcune centinaia di casi. L’unità di grandezza che ci aspetta è quella”, chiarisce il docente. Nel 2013 e nel 2014, tra l’altro, il numero dei morti era calato, ma sempre di poco: mai si erano raggiunte percentuali in doppia cifra.
Dati simili arrivano anche da altri Stati occidentali, dove viene applicato lo stesso modello sociale. Altro che ‘tragedie del mare’, la vera disperazione è qui. La vera ecatombe è qui.
In un anno significherebbe 67mila decessi in più rispetto al 2014 (ad agosto sono già 45mila), per un incremento che davvero non si vedeva da decenni. Renzi è peggio di una guerra.