Attacco all’Italia: 8mila islamici assaltano frontiera, è invasione – VIDEO

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Frontiera colabrodo, intanto teniamo i nostri militari a protezione della frontiera tra Libano e Israele: incomprensibile.

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Quasi ottomila clandestini hanno violato la frontiera orientale nel 2019. L’anno si chiude con un forte aumento di arrivi in Friuli Venezia Giulia, la maggior parte nell’area triestina.

Nel giorno di San Silvestro un gruppo di nepalesi (nepalesi!) è stato trovato a Bagnoli della Rosandra.

A tirare le somme è la Polizia di Frontiera, che parla di 3500 rintracci nell’area giuliano-isontina, a cui vanno aggiunti coloro che si presentano spontaneamente in questura. Il conteggio finale di quasi ottomila ingressi lo fa il prefetto di Trieste Valerio Valenti, ma per dati più precisi bisogna attendere i prossimi giorni. Quasi tutti chiedono la protezione internazionale e hanno diritto a rimanere in italia.

Ma, ciononostante, sono in calo le presenze di richiedenti asilo in Friuli Venezia Giulia; il merito è del crollo degli sbarchi nel periodo Salvini.

Difficile un raffronto col 2018 per ragioni statistiche, ma l’incremento almeno per i rintracci della Polizia di frontiera è stato di circa il 75%: 3500 contro i 2000 del 2018. Numeri che in passato però erano stati ancora più impegnativi. Nel solo tarvisiano ci furono 6000 rintracci nel 2016. Due le novità dell’anno: l’introduzione delle pattuglie miste, otto a settimana, e il fenomeno degli inseguimenti transfrontalieri, quattro in totale. In un caso un furgone guidato da un passeur è arrivato fino a Visco e la polizia è arrivata a esplodere colpi d’arma da fuoco. I denunciati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sono stati 63.

A Trieste sono giunti per lo più cittadini pachistani (“circa il 60% del totale”) afghani, iracheni, siriani e bengalesi. Per quanto riguarda le espulsioni, ha precisato Petronzi, sono stati 210 gli stranieri irregolari espulsi dal territorio nazionale, “una decina in più rispetto al 2018”.

Gettano i documenti nel bosco per non essere identificati ed obbligare l’Italia ad accoglierli. Che i clandestini in arrivo in Italia dalla rotta balcanica fossero già inquadrati in sistemi d’accoglienza di Croazia, Bosnia o Grecia e poi disfacessero della documentazione oltre dei vestiti comprovanti il lungo viaggio, era cosa nota: lo fanno per non essere rimandati indietro.

Il Tg di Telequattro, rete friulana, lo ha dimostrato: sono infatti stati trovati due tessere di riconoscimento accanto a vestiti e sacchi a pelo abbandonati sul Carso.

Più precisamente, il primo è un tesserino che viene rilasciato dalla Croazia ai richiedenti asilo, con tanto di numero di serie, data e luogo di nascita mentre il secondo è un documento identificativo del Temporary Reception Centre (TRC Bira), assegnato a quanti entrano nel sistema di accoglienza dei rifugiati della Bosnia, nel sito creato su indicazione dell’agenzia della Nazioni Unite sotto l’egida dell’Iom, l’organizzazione internazionale delle migrazioni. Quella che rifornisce i ‘migranti’ anche di carta prepagata: siamo certi che questa non l’hanno gettata.

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Qualora i migranti venissero trovati in possesso di documenti del genere, scatterebbe l’immediato rimpatrio nei due Paesi che li hanno presi in carico per primi. Diversamente i due possono far valere il suolo italiano come primo punito per entrare nel sistema. Cosa ridicola, visto che non sono uccelli migratori.

Ciò viene rimarcato dal fatto di aver utilizzato vestiti completamente puliti, da quanto filtrerebbe da fonti investigative, recapitati ad hoc dai passeur quando vengono portati a destinazione, nonché dall’accortezza di eliminare zaini, sacchi a pelo e eventuali titoli comprovanti il passaggio dai Balcani, come scontrini, ricette e blister di medicinali in quanto scritti nella lingua dove sono stati fatti gli acquisti

Tutti vogliamo andare in Italia”, col Pd al governo è la meta più ambita dei clandestini:

Parliamo di migliaia di clandestini islamici che sono ormai da anni in marcia verso l’Italia. E che in Italia entrano. Armati.

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Più di 20mila sono ammassati sul confine bosniaco-croato per cercare di entrare e poi dilagare verso l’Italia e il resto dell’Europa occidentale.

Altre migliaia sono in attesa di essere trasferiti dalle isole greche alla Grecia continentale per poi mettersi in marcia.

E come riportava mesi fa il più grande quotidiano austriaco, Kronen Zeitung, citando dati e informazioni del governo austriaco, sono armati. Erano stimati in ventimila un anno fa, oggi sono almeno 25mila. E molti sono già passati.

Clandestini che, come un esercito nemico, si sono ammassati ai confini Ue della Bosnia.

Secondo il rapporto, il 95 percento dei clandestini che da anni è li ammassato è giovane e maschio, molti di questi immigrati – se non tutti – sono armati di coltelli. La maggior parte arriva dal Pakistan, dall’Iran, dall’Algeria e dal Marocco.

Sono questi:

Islamici in marcia: “Vogliamo andare in Italia” – VIDEO

Solo quest’anno ne sono entrati, in Italia, quasi seimila. E mentre la Francia ci rimanda indietro quelli che becca in territorio francese, noi non facciamo lo stesso con la Slovenia.

E sapete come arrivano? Pagati anche da voi.

Secondo la polizia croata, ai clandestini che attraversano i Balcani, vengono distribuite carte di credito prepagate: “I migranti illegali che rispediamo a casa, nel giro di pochi giorni si ripresentano per provare e rientrare in Croazia. La maggior parte di loro è ben equipaggiata, con scarpe e vestiti nuovi, smartphone sofisticati e di ultima generazione, persino armi. E tutti hanno in dotazione una Mastercard senza nome ma con la dicitura Unhcr e un numero stampigliato. Quello che non ci spieghiamo è da quale conto ritirino i soldi dagli sportelli automatici”.

In realtà la spiegazione è molto semplice. Lo ha spiegato Tara Nathan, vice-presidente esecutivo di Mastercard in un’intervista.

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Mastercard in accordo con Mercy Corps, organizzazione ‘umanitaria’ con sede negli Usa che, spiega la vice-presidente di Mastercard, “ha permesso la distribuzione di carte prepagate ai rifugiati in tutta la Grecia e in Serbia“ nel “primo programma della regione a sfruttare un sistema di pagamento senza contanti per coloro che cercano sicurezza in Europa. Il modello – osserva Nathan – consente ai rifugiati di acquistare beni in modo più efficiente senza spendere troppo”.

E al finanziamento di questa distribuzione di carte di credito partecipa anche l’Unione Europea: soldi vostri. Soldi che i clandestini usano per venire a casa vostra, armati.

Magari anche per muoversi nell’ombra, visto che sono anonime.