Milano: il centro per anziani va ai ‘profughi’

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Milano – “Mentre da Bruxelles arriva la notizia di espulsione di quasi 3.000 cittadini comunitari perché troppo cari per il sistema assistenzialista belga, la giunta Pisapia accoglie a braccia aperte rom e profughi”, così esordisce Alessandro De Chirico, componente del coordinamento Forza Italia di Milano e consigliere di Zona 7.
Con l’inasprimento della crisi sono sempre di più le famiglie che non riescono a tirare avanti. “Sto aiutando come posso un vecchietto che ha un fratello malato terminale all’ospedale e un cane come unico amico, malato anche lui. Ha presentato richiesta di sussidio alla pensione nel giugno 2013, ma i servizi sociali non possono staccare nuovi assegni.” Nel 2013 il Comune ha tagliato di un milione di euro i fondi per i sussidi sociali, non trovando un solo centesimo per accogliere almeno una delle migliaia di nuove richieste dell’anno appena finito.

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“Una signora mi ha contattato inviperita perché non aveva denaro sufficiente per pagare la seconda rata dell’IMU sulla casa ereditata – prosegue De Chirico – Un’altra mantiene con la pensione minima il figlio e la nipotina, che ha perso la mamma l’anno scorso, e tra un po’ andranno a vivere tutti e tre sotto a un ponte perché chi li ospita dovrà mandarli via. Cosa possiamo dire a gente che vede assegnate case popolari ai rom? I soldi per loro si trovano sempre!” C’è chi vorrebbe adibire le caserme dismesse all’accoglienza e l’assessore Majorino sta già facendo esperimenti di nuove forme di ospitalità presso la scuola Manara di via Fratelli Zoia, a Quinto Romano. “I profughi siriani sono arrivati in una notte di ottobre senza che nessuno avesse avvisato i residenti e tantomeno il Consiglio di Zona 7, alla faccia della partecipazione e del decentramento sbandierati ai quattro venti”.

“Il Comune manda ai giornali comunicati in cui dichiara che i residenti hanno accolto con grande cuore i 1.800 ospiti alternatisi, quando in realtà ci sono petizioni e raccolte firme per chiedere di destinare la scuola – chiusa due anni fa perché inagibile e sistemata in fretta e furia per l’occorrenza – a centro polifunzionale, indispensabile in un quartiere densamente popolato da anziani, che da quando ha visto chiudere il circolo ARCI è rimasto sprovvisto di qualsiasi attività ricreativa – conclude De Chirico – La priorità deve essere data ai bisogni dei milanesi”.