Cutro, parenti clandestini rifiutano sepoltura tra infedeli: salme rimpatriate a spese vostre

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Al momento sarà il Comune di Crotone ad anticipare le somme per alcuni rimpatri dei cadaveri, del resto il sindaco è così accoglione col culo degli altri…Ma, alla fine, i soldi arriveranno da tutti i contribuenti italiani. Perché hanno pagato 14mila euro a testa per sbarcare, ma ora il ritorno lo dovete pagare voi.

Lo Stato promette, ma tocca al Comune di Crotone fare fronte alle spese immediate per il trasporto delle salme all’estero. La Giunta comunale ha approvato proprio oggi pomeriggio una delibera che si impegna a trasportare sette salme all’estero: due in Iran e cinque in Germania. Il Comune non ha fondi per questa emergenza e ha deciso di fare ricorso ai 45.000 euro del capitolo Fondi Migranti.

La somma potrebbe, però, non essere sufficiente per il trasporto di tutte le salme, in caso di aumento della richiesta da parte dei familiari, perché ogni trasporto costa circa 4.000 euro. I cadaveri identificati sono al momento 64 e le salme rimpatriate 6. Se tutti i parenti delle vittime (o chi per loro) dovessero chiedere il trasporto all’estero, occorrerebbero 256.000 euro.
La somma è consistente anche se al momento c’è la necessità di spesa di circa 30.000 euro. Non ci sono decreti che garantiscono i fondi, anche se la prefettura, con una propria nota fatta pervenire al Comune, ha precisato che “è stata già richiesta la devoluzione di congrue risorse per l’integrale ristoro, tra l’altro delle spese da imputare all’espatrio delle salme”.
Non bisogna dimenticare che il Comune di Crotone ha la spesa corrente bloccata da un provvedimento della Corte dei conti e, quindi, non può concorrere con il proprio bilancio. Il Comune della città capoluogo di provincia è chiamato anche a combattere con le procedure internazionali che sono un vero proprio cappio al collo. I resti delle povere vittime, per essere trasportate all’estero, hanno bisogno del passaporto mortuario, che viene rilasciato dal Comune, dove si è verificato la tragedia (Cutro). In verità spetterebbe anche al Comune di Cutro garantire le somme necessarie per il trasporto delle salme, così come è successo più volte per il Comune di Lampedusa.

Il prefetto di Crotone, come si evince in una delibera di Giunta comunale, “ha chiesto al Comune di farsi carico delle procedure amministrative per il rimpatrio delle salme”. Ha chiesto al sindaco Vincenzo Voce di far fronte alla situazione, essendo l’ente da lui rappresentato più attrezzato rispetto a quello di Cutro. Sembrerebbe anche che la prefettura avrebbe gradito che la riunione del Consiglio dei ministri, fissata per il pomeriggio del prossimo 9 marzo, si tenesse a Crotone per una serie di ragioni (tra le quali la sicurezza) e che, invece, da parte del Governo ci sia stata una posizione intransigente.

Su questa intransigenza potrebbe avere pesato il contenuto non proprio pacifico della lettera scritta da Voce al premier. Giorgia Meloni potrebbe non avere gradito quel contenuto perché la accusava di non avere avuto attenzione per la tragedia consumatasi a Cutro.

In realtà, secondo notizie di agenzia il costo era molto più alto:

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Intanto, gli afghani si lamentano:

“Ci dicono sempre ‘domani, domani, domani, ma sono passati nove giorni e ancora non ci dicono niente. Mia cognata e suo fratello potranno essere rimpatriati in Afghanistan? E quando? Siamo stanchi di dovere aspettare e di venire tutti i giorni qui, alla camera ardente, per sentirci rispondere sempre allo stesso modo”. Saif ha 28 anni e studia ingegneria biochimica all’Università di Londra. Vive in Inghilterra dal 2015. Nel naufragio ha perso la cognata, Mina Afghanzadeh, di 25 anni e il fratello della donna, Farhag Afghanzadeh di appena 16 anni. Le loro foto sono appese sul cancello della camera ardente del Palamilone di Crotone. Insieme a tante altre fotografie di vittime del naufragio.

“Cercava solo una vita serena con mio fratello – dice Saif in un ottimo inglese – Invece è morta poche decine di metri prima di arrivare sulla terraferma. E il fratello l’aveva accompagnata perché non voleva farla partire da sola, voleva proteggerla”. Saif chiede, come tanti altri suoi connazionali afghani, di potere trasferire le salme nel loro paese di origine. “Oggi abbiamo visto portare via diverse salme di pakistani e anche una tunisina – dice – invece i nostri connazionali non possono lasciare il Palamilone. Perché?”.

Oggi la Prefettura di Crotone ha avviato contatti per trovare un accordo con l’Ambasciata afghana per il rimpatrio delle vittime del naufragio di domenica 26 febbraio a Steccato di Cutro. Dopo l’arrivo dei talebani, le relazioni con quel paese sono molto più complicate. Sono 57 gli afghani che hanno perso la vita. Domani l’Aambasciata dell’Afghanistan dovrebbe inviare alla Prefettura di Crotone una nota con le varie opzioni di trasferimento.

Questi hanno pagato migliaia di euro per venire in Italia, ora però schifano la sepoltura in terra infedele.




2 pensieri su “Cutro, parenti clandestini rifiutano sepoltura tra infedeli: salme rimpatriate a spese vostre”

  1. Non dovremmo pagare manco dei sacchi da spazzatura!!!Spedirli su una chiatta con spese a carico dell’africa facendo cacciare i soldi presi dagli scafisti.Sti parassiti di merda vengono qui x farsi mantenere e se crepano vogliono pure il rimoatrio a spese nostrstre xche’ NOI gli facciamo schifo!SUBINSETTI INFERIORI!VERMI ISLAMICI!!!ALMENO VI AVESSERO ESTINTO QUEI CAZZONI DI AMERICANI!!!
    Figli di scrofa lebbrosa!!!

  2. Sanno che al governo ci sono smidollati il cui unico problema è non cadere per tornare a casa e perdere 15000 euro al mese, ma se vogliono tutti tornare al proprio paese vuol dire che questo è sicuro o no?, o lo è solo per i morti, se uno fugge, fugge per sempre e a casa se li la vita è brutta e dura, uno li come si dice: non ci tornerebbe nemmanco da morto!

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