Ormai è sfida aperta a colpi di post sui social tra il ministro Matteo Salvini e l’annunciato raduno di violenza delle baby gang di immigrati afroislamici a Peschiera del Garda venerdì 2 giugno prossimo.

Il ministro via web aveva chiesto che non si ripetessero gli incidenti del 2022 con duemila giovani, finti italiani di seconda generazione, a creare il caos in stazione e sul lungolago. Con violenze sessuali e aggressioni alla polizia.

A farne le spese fu, in particolare, un gruppetto di ragazzine molestate sul treno per Milano, al rientro dopo una giornata trascorsa al parco di divertimenti di Gardaland, a Castelnuovo: al grido “prendi le bianche”.

Proprio nei giorni scorsi il fascicolo relativo a quell’episodio è stato archiviato perché non è stato possibile individuare gli autori delle molestie. Impressionanti i racconti delle ragazzine: “Ci toccavano senza lasciarci scampo, ci urlavano “qui non vogliamo italiani”.

Nonostante gli appelli, il tam tam online tra i giovani immigrati non scema. La parola d’ordine è sempre la stessa: “Tutti a Peschiera”.

Li devi fermare alle frontiere. Una volta che sono qui, possono fare quello che vogliono. Se li fai entrare coi ricongiungimenti familiari e poi dai loro la cittadinanza, cosa ti aspetti?

Gli stupratori afroislamici hanno replicato via TikTok a Salvini: “Matteo ti aspettiamo…Anzi è meglio se non vieni”. Per poi rincarare la dose dicendo di avere già in tasca “un piano B” in grado di farsi beffa del servizio d’ordine che si sta già predisponendo tra Peschiera e Desenzano.

Proprio per prevenire la guerriglia afroislamica ieri c’è è stato online un vertice tra le sei prefetture maggiormente interessate per coordinare le azioni di contenimento da attuare in caso l’evento si ripetesse.

Basta vadano da un’altra parte. Non lo capite? E fuori dall’Italia che devono andare. Servono milizie popolari di italiani di sangue per fermare questa feccia: l’Italia è nostra.