Crimini degli immigrati censurati per non ‘turbare’ i cittadini

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In Germania, ma sicuramente non solo in Germania, fino al 90 per cento dei reati sessuali viene sbianchettato dalle statistiche ufficiali: “C’è l’ordine preciso da parte delle autorità di non segnalare i crimini commessi dai profughi“, ha ammesso al giornale popolare Bild un alto funzionario della polizia. “Soltanto le richieste specifiche da parte dei rappresentanti dei media su tali reati devono ricevere risposta”.

L’ondata di reati sessuali commessi dai migranti in Germania non conosce tregua e assume i contorni di una vera e propria epidemia. Le statistiche preliminari mostrano che nel 2017 gli immigrati hanno commesso più di una dozzina di stupri o aggressioni sessuali al giorno, reati che si sono quadruplicati rispetto al 2014, l’anno in cui la cancelliera Angela Merkel ha consentito a più di un milione di migranti, per lo più maschi, provenienti da Africa, Asia e Medio Oriente di entrare nel paese.

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Un rapporto trimestrale – La criminalità nel contesto della migrazione (Kriminalität im Kontext von Zuwanderung) –, pubblicato dalla Polizia criminale federale (Bundeskriminalamt, BKA) ha mostrato che i migranti (Zuwanderer, definiti richiedenti asilo, rifugiati e migranti illegali) hanno commesso 3.466 reati a sfondo sessuale durante i primi nove mesi del 2017 – circa 13 al giorno. (Le statistiche definitive sulla criminalità per il 2017 non saranno pubblicamente disponibili fino al secondo trimestre del 2018.) A titolo di confronto, in tutto il 2016 i migranti hanno commesso 3.404 crimini sessuali, circa 9 al giorno; nel 2015, ne sono stati perpetrati 1.683, circa 5 al giorno; nel 2014, 949, ossia circa 3 al giorno; e nel 2013, sono stati commessi 599 reati sessuali, circa due al giorno.

Si ritiene, però, che il numero effettivo di tali reati commessi in Germania dai migranti sia molto più alto del numero ufficiale. Ad esempio, i dati della BKA includono soltanto i crimini che sono stati risolti (aufgeklärten Straftaten). In media, solo circa la metà di tutti i reati commessi nel paese in un dato anno sono risolti (Aufklärungsquote), secondo le statistiche della polizia.

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Il presidente dell’Associazione dei funzionari della polizia criminale tedesca, André Schulz, afferma che fino al 90 per cento dei reati sessuali commessi in Germania non compare nelle statistiche ufficiali.

La polizia tedesca omette di frequente qualsiasi riferimento ai migranti nei rapporti sulla criminalità. Quando lo fa, spesso menziona i migranti che delinquono usando eufemismi politicamente corretti come “persone del sud” (Südländer), uomini dalla “pelle scura” (dunkelhäutig, dunklere Gesichtsfarbe, dunklem Hauttyp) o combinando i due termini, ossia uomini dalla “carnagione scura del sud” (südländische Hautfarbe). Questa pratica, apparentemente volta a dissociare gli aggressori dall’Islam e dalla reale appartenenza etnica, rende di fatto impossibile per i cittadini tedeschi aiutare la polizia a identificare i sospetti.

E nonostante il crescente numero di vittime, molti dei crimini non vengono denunciati o vengono sminuiti dai media come episodi isolati (Einzelfall), per evitare di alimentare i sentimenti anti-immigrazione. Molti stupri e aggressioni sessuali si verificano sui mezzi pubblici o negli snodi del trasporto pubblico, come gli autobus e le stazioni ferroviarie. Il problema è particolarmente grave a Berlino, dove, nel 2017, la polizia ha ricevuto 296 segnalazioni di aggressioni sessuali avvenute su autobus e treni, quasi il doppio rispetto al 2016, secondo il Bild. Ma i media tedeschi restano in ‘educato’ silenzio sulla crisi delle violenze sessuali commesse dagli immigrati.

Continuano anche gli episodi di taharrush gamea, la pratica in base alla quale gruppi di immigrati accerchiano le donne e le aggrediscono. Il caso più eclatante fu quello del famigerato capodanno di Colonia.