Sharon Verzeni, non servono più telecamere ma meno immigrati

Vox
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I tiranni giustificano la sorveglianza di massa, il riconoscimento facciale, il controllo totale sui mass media, la censura e la criminalizzazione della libertà di parola come necessarie per renderti più sicuro.

Date un’occhiata all’Italia di oggi. Vi sentite più sicuri?

L’immigrazione ha reso l’Italia insicura

Il caso di Sharon Verzeni è un esempio lampante di come l’immigrazione abbia contribuito a rendere l’Italia meno sicura. Nonostante l’uso di telecamere di sorveglianza, ci è voluto un mese per trovare il colpevole. Questo dimostra che le misure di sicurezza attuali non sono sufficienti a proteggere i cittadini. E che il problema non è “più sorveglianza” ma meno immigrati.

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L’aumento della criminalità è chiaramente e statisticamente attribuibile alla presenza di immigrati: GLI italiani si sentono meno sicuri nelle loro città. In quelle che erano le loro città e i loro quartieri.

L’immigrazione regolare di massa ha portato a un aumento della violenza e della criminalità, rendendo necessarie misure più severe per garantire la sicurezza pubblica.

La sorveglianza di massa e la censura non sono la soluzione

Alcuni sostengono che tutto sia risolvibile con la sorveglianza di massa, il riconoscimento facciale, il controllo totale dei media, la censura e la criminalizzazione della libertà di parola.

Queste misure sono state presentate come necessarie per garantire la sicurezza, ma in realtà hanno eroso le libertà civili e creato un clima di paura e sfiducia. Guardando all’Italia di oggi, molti si chiedono se queste misure abbiano effettivamente reso il paese più sicuro. La difficoltà nel trovare il colpevole nel caso di Sharon Verzeni, nonostante la presenza di telecamere, dimostra che la sorveglianza di massa non è una soluzione efficace. Invece di limitare le libertà individuali, sarebbe più sensato azzerare l’immigrazione regolare non europea. E limitare anche quella europea.