L’omicidio di Sharon Verzeni è un tragico esempio di come la cittadinanza agli immigrati serva solo ad eliminare dalle statistiche gli assassini stranieri.
È necessario tornare allo ius sanguinis. Con rare eccezioni per motivi particolari.
### Modifica della Legge sulla Cittadinanza: Necessità di un Approccio più Restrittivo
L’omicidio di Sharon Verzeni da parte di Moussa Sangare, cittadino italiano di origini africane, ha riacceso il dibattito sulla legge sulla cittadinanza in Italia. Sangare, già denunciato per maltrattamenti, ha confessato l’omicidio senza motivo apparente. Questo evento ha sollevato interrogativi sulla necessità di una legge più restrittiva.
Attualmente, la cittadinanza italiana può essere acquisita tramite **ius sanguinis** (diritto di sangue) e **ius soli** (diritto di suolo). Lo **ius scholae**, proposto da Forza Italia, prevede la cittadinanza per minori stranieri che completano un ciclo di studi in Italia. Alcuni sostengono che l’Italia debba tornare esclusivamente allo **ius sanguinis** per evitare la naturalizzazione di individui pericolosi.
Un altro punto riguarda la naturalizzazione di individui con precedenti penali. La legge italiana prevede la revoca della cittadinanza in caso di condanna per gravi delitti, ma ci sono stati casi di naturalizzati che hanno commesso crimini gravi, sollevando dubbi sull’efficacia delle misure di controllo.
L’omicidio di Sharon Verzeni ha suscitato forti reazioni nella società italiana, con gruppi come le transfemministe che hanno espresso indignazione per la violenza straniera contro le donne. Il caso ha messo in luce le criticità della legge sulla cittadinanza e ha riacceso il dibattito su un approccio più restrittivo, suggerendo un ritorno allo **ius sanguinis** per prevenire la naturalizzazione di criminali.