Stiamo allevando un sottoproletariato urbano etnicamente ostile. Questo è solo l’inizio: o ci liberiamo e li rimandiamo a casa, oppure comanderanno loro. E faranno come in Francia.
Ogni anno centomila musulmani diventano ‘italiani’. E’ la vera emergenza. Una emergenza di cui Meloni non si occupa. Basterebbe un voto in Parlamento per eliminare la componente di ius soli presente nell’attuale legge italiana.
Faranno come in Israele.
Al nord, in Lombardia e Veneto, stanno nascendo quartieri che di italiano hanno nulla. Sono piccole Gaza in territorio italiano. Da lì, se non fermiamo l’immigrazione, ci verranno a sgozzare nelle nostre case come hanno fatto in Israele i loro correligionari.
La Chiesa lavora per la destrutturazione etnica dell’Italia e per la sua stessa fine. I preti finiranno sgozzati in chiesa dagli stessi figli degli immigrati che sostengono.
Questi vivono a scrocco nelle nostre case popolari, hanno la nostra cittadinanza e si lamentano anche.
I figli degli immigrati sono la più grande minaccia al nostro futuro. Chi non ha certezza della propria identità è l’essere più pericoloso del mondo.
Meloni ne farà entrare altri 500mila via decreto flussi nei prossimi tre anni. Che si porteranno dietro milioni di altri coi ricongiungimenti familiari. E’ un piano criminale di sostituzione etnica.
Siamo costretti a constatare, come purtroppo è già avvenuto molte volte in passato, che siamo governati da persone la cui ignoranza è pari soltanto al disprezzo che nutrono nei confronti dell’Italia e degli italiani.
Mai in nessun tempo, in nessun luogo, l’essere umano è stato considerato un «nulla», una tabula rasa alla quale è il suolo sul quale si trova casualmente a nascere ad assegnare nome e identità. È questo invece quanto affermano i nostri governanti.
Non è un caso, però, se sono soprattutto le donne che proclamano l’irrilevanza della storia nel momento in cui dichiarano: «Chi nasce in Italia è italiano». Le donne fino ad oggi (senza discutere qui quali ne possano essere stati i motivi) hanno contribuito molto poco alla scienza, all’arte, al diritto, alla filosofia, al sapere, alla politica, ossia a ciò che caratterizza la storia della nazione, della civiltà italiana.
Dire che chi è nato in Italia è italiano significa che l’Italia non possiede nulla, che la sua storia non vale nulla, che l’orizzonte nel quale l’individuo viene al mondo è vuoto e che soltanto il caso lo contraddistingue.
È molto significativo il fatto che chi oggi non vuole lo ius sanguinis sia al servizio dell’Ue o sia membro dell’alto clero che disprezza l’italianità perché ricorda loro che Roma è venuta prima del Vaticano.
L’Ue è il tramite a quell’omologazione dei popoli che è indispensabile a un governo mondiale.
Per ottenere una massa di individui tutti uguali bisogna eliminare le differenze dei popoli d’Europa; annullare la ricchezza delle loro lingue, della loro letteratura, della loro arte, della loro musica, del loro patrimonio storico di nazione.
Un’operazione che però si è dimostrata, lungo il fallimentare percorso dell’unificazione europea, molto difficile da realizzare. Fino a quando infatti sarà impossibile anche al più ignorante dei governanti confondere l’italianità con la tedeschità. E questo sarà possibile solo fino a che esisteranno. L’immigrazione serve proprio a cancellarle per creare un nuovo distopico futuro.