Un ringraziamento al correligionario Ghali per le parole pronunciate sul palco di Sanremo è arrivato dal presidio islamico per la Palestina organizzato davanti alla stazione Centrale, a Milano, diciannovesimo appuntamento dal 7 ottobre in città.
“Applaudiamo Ghali per la sua posizione a favore dei palestinesi – ha detto dal palco il presidente dell’associazione palestinesi di Italia Mohammad Hannoun – e per le sue parole chiare contro lo sterminio”.
Nei vari interventi è stato sottolineato il contenuto del brano portato in gara da Ghali, “Casa mia”, che è poi risuonato nel piazzale, affollato da centinaia di immigrati islamici.
Di Hannoun sono note le relazioni con i leader di Hamas, tra cui Ismail Haniyeh e Khaled Meshaal, con i quali è stato fotografato in più occasioni e le accuse dei servizi di intelligence israeliani, ma anche europei, di finanziare l’organizzazione terroristica tramite le molteplici attività umanitarie pro-Gaza. Ma le indagini della magistratura si sono risolte in un nulla di fatto e lui ha sempre respinto con forza parlando di «campagne diffamatorie e calunniose lanciate dal governo israeliano contro di lui» come ha scritto il 6 dicembre in un post. La sua onlus è bandita da Israele sin dal 2002.
E’ lui l’ideatore delle manifestazioni in Italia in cui risuonano cori pro-Hamas, canzoni antisemite in arabo, «Oh ebrei l’esercito di Maometto sta tornando», e lo slogan «Dal fiume al mare la Palestina sarà libera» che implicitamente allude alla sparizione di Israele.
Ha definito Hamas «la restistenza palestinese». Suoi i post di glorificazione dei terroristi palestinesi. Il 2 gennaio dopo l’uccisione del numero due di Hamas Saleh al-Arouri l’architetto-imam supporter di Ghali posta il motto dei Fratelli Musulmani «Allah è il nostro obiettivo, Il Messaggero è il nostro modello, Il Corano è la nostra costituzione, la Jihad è il nostro percorso, La morte per amore di Allah è la nostra più alta aspirazione».
Nei giorni seguenti si leggono post in lode di assassini del calibro di Yahya Ayyash, ucciso nel 1996, che lui definisce un martire. Tanto che su The Times of Israel l’islamologo ed esperto di anti-terrorismo Giovanni Giacalone si chiede: «Perché le autorità italiane non sono ancora intervenute? Vale la pena ricordare che le misure contro gli attivisti pro-Isis sono state prese per molto meno. Dobbiamo aspettare che qualcuno faccia propria la retorica violenta di Hannoun e decida di perpetrare un attacco? Perché a quel punto nessuno potrà più dire “non lo sapevo”».
Ghali lo sapeva? Pd e M5s sì.
Hannoun ha incontrato i parlamentari Davide Tripiedi e Marco Bella (entrambi M5s), Matteo Orfini (Pd), Stefano Fassina (Sinistra italiana),l’ex presidente della Camera e deputata del Pd, Laura Boldrini. Nel 2022 l’architetto-imam ha tenuto una conferenza stampa alla Camera dei deputati come presidente dell’associazione Europeans for al-Quds grazie ai buoni uffici del leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni. E lo scorso 23 febbraio, tramite la deputata M5s Stefania Ascari, è tornato a Montecitorio per presentare con la sua Abspp il «Rapporto per i diritti umani in Palestina», incentrato sulle «continue violazioni e aggressioni contro i palestinesi» da parte di Israele.
C’è poi la pista dei soldi. Lo scorso luglio il ministro della Difesa israeliano Yoav Galant aveva chiesto alle autorità italiane di congelare circa 500mila dollari che sarebbero stati trasferiti da soggetti sospetti sui conti di Hannoun. Una richiesta che non ha mai avuto seguito. Sono stati invece chiusi, uno dopo l’altro, i conti correnti intestati alla Abspp perché segnalati dalle unità antiriciclaggio europee. La prima a farlo è stata Unicredit nel 2021 mentre a dicembre 2023 le hanno dato il benservito Crédit Agricole, Poste Italiane e PayPal, oltre a tutti gli operatori di pagamento internazionali tra cui Visa, Mastercard e American Express. Il motivo, anche qui, sarebbe l’arrivo da soggetti sottoposti a sanzioni. Tanto che sul suo account Instagram Hannoun scrive: «Cari donatori: per via delle continue problematiche causate dalle banche che chiudono i nostri conti unilateralmente, siamo stati costretti a crearne di nuovi. Grazie per la vostra comprensione e ci scusiamo per il disagio!». Segue un iban legato a Qonto, il nome commerciale di Olinda Sas, una banca francese che opera in Italia tramite succursale (codice ABI 36092), sotto la vigilanza congiunta dell’ACPR (Banque de France) e della Banca d’Italia.