La tua donna non è tua è di tutti: dal WEF a Gino Cecchettin

Vox
Condividi!

Le parole non sono innocue. La distorsione delle parole è distorsione della realtà:

Gino Cecchettin parte dal dizionario: “La mia donna non si dice”

Non posso dire mia moglie, perché mia moglie è di tutti. Questo è il messaggio, di cui, probabilmente, Gino neanche si rende conto di essere portatore involontario.

Ed è il messaggio che sta dietro l’ideologia del nuovo comunismo propagandata dal WEF:

La sinistra vuole abolire la proprietà privata: “Porta al femminicidio”

Vox

Che è il comunismo 2.0 della condivisione: di tutto, dalle cose fino ai sentimenti. Il loro nemico è il cosiddetto patriarcato perché il loro nemico è la famiglia. Ed è la famiglia perché questo istituto naturale è alla radice della classe media e della democrazia. Che loro puntano a dissolvere.

Famiglia nucleare, proprietà privata e democrazia sono elementi tra loro legati in modo intrinseco. Non possono essere sciolti. Ed è proprio questo il loro obiettivo: quello di disarticolare la famiglia con l’obiettivo di erigere la società della condivisione. In cui nulla è tuo, neanche i sentimenti, e tutto è condiviso: dall’auto fino alla donna (o all’uomo). Neanche i figli saranno tuoi, saranno invece della società che li educherà alla ‘condivisione’.

Una sorta di comune sessantottina globale. Ma, attenzione: loro possiederanno tutto, anche voi. Le cose che erano vostre. E le donne che erano vostre.




15 pensieri su “La tua donna non è tua è di tutti: dal WEF a Gino Cecchettin”

  1. Le donne che sono di tutti si chiamano puttane, anche a padova, forse li a Padova, condividono le loro femmine, perché saranno tutti oltre che accogluonazzi, anche condivisivinazzi…..?
    Ma le femmine di passare per puttane di tutti cosa ne pensano?, non è che sto tipo è un gran sessista? E Considera le femmine tipo le car sharing?
    😂😂😂😂

    1. Forse a Padova la parola afro-disiaco avrà completamente un altro significato ed avrà a che fare coi negri. 🤣🤣
      Forse in certi villaggi dell’Africa la moglie si condivide. 🤣🤣

  2. Una sorta di ius primae noctis in salsa digitale.

    A parte gli scherzi, neanche tanto scherzi, il punto cruciale cui si vuole arrivare è toglier qualsiasi cosa valga la pena di combattere. Se non hai nulla, perché devi difendere qualcosa?
    Diventi apatico e galleggi nella marea. Salvo esplosioni di ordinaria violenza, cui saranno chiamati i soliti salariati a porre rimedio.
    Fino al giorno in cui la violenza ordinaria diverrà stra-ordinaria, e si chiamerà rivoluzione.

    1. Aggiungo unicamente che, il pensiero che le armi, la difesa, e l’ordine, siano, nella mentalità collettiva ‘ovvio’ essere deputate a persona stipendiate, e non alla collettività, armata e legalmente capace, la trovo una demenzialità. Forse è il punto in cui sono massimamente libertario.
      Ma l’esercito, è di popolo, o non è esercito, è uno strumento coattivo nelle mani delle elites.

    2. Esatto: si vuole privare l’essere umano anche dei piaceri e gioie della vita che vogliono farle apparire accessorie ma non lo sono.
      Vogliono che l’uomo sia apatico, perennemente insoddisfatto e viva d’invidia.

I commenti sono chiusi.