Invece di odiare chi l’ha uccisa si crea un nemico immaginario. Poi il riferimento all’Essere Superiore che sarebbe la figlia Elena, quella secondo cui siamo tutti colpevoli in quanto maschi.
Gino Cecchettin ha dichiarato da Fazio che non prova né rabbia e né rancore per chi l’ha uccisa ma è pronto alla battaglia contro il patriarcato insieme all’altra figlia.
Roba da pazzi. Invece di odiare chi l’ha uccisa si crea un nemico immaginario. Profonda empatia verso il padre che ha perso la figlia, critica verso il personaggio pubblico che stanno creando.
Gino Cecchettin ha dichiarato che, in nome di Giulia, non prova né rabbia e né rancore per chi l’ha uccisa e si è schierato al fianco della figlia Elena nella sua battaglia contro il patriarcato.
“Mia figlia Elena ha centrato il punto, quando ha parlato di patriarcato. La supporterò in tutte le sue battaglie, è una battaglia che dobbiamo fare tutti”.
“Mi impegnerò ancora in questa battaglia. Fondare una fondazione è qualcosa che sta nei nostri piani“.
E la fondazione, che probabilmente coinvolgerà anche la figlia Elena, che lui, con termine inquietante, ha definito come un “Essere superiore” nel corso dell’intervista.
Ovviamente, Gino Cecchettin non è il protagonista di questa storia. Il disgusto è tutto per quelli che lo stanno usando per i loro soliti loschi fini. Per fare ascolto invitano il padre che ha seppellito la figlia pochi giorni fa e lo usano come strumento per gli scopi di chi sta sopra di loro. E mentre fanno tutto questo, osano anche farlo dall’alto di un piedistallo moralizzatore, accusando gli altri di ‘odio nei confronti di Gino’. A parte rari casi sui social, chi davvero odia Gino è chi lo invita in televisione.
“Espressioni come ‘la mia donna’ sembrano innocue ma non è così”. Così Gino Cecchettin da Fazio.
Si chiama ingegneria linguistica. Orwell ne parlava decenni fa. Tutti i totalitarismi vogliono controllare il linguaggio, perché chi controlla il linguaggio controlla la realtà.
Più loro vi dicono cosa dire, più fate il contrario. La prima resistenza è semantica.
Gino C. ha poi assicurato di avere avuto un processo di cambiamento, probabilmente riferendosi ai tempi – l’anno scorso – in cui pare si esprimesse sui social come un adolescente allupato.
“Oggi sono un uomo diverso”#chetempochefa
— Francesca Totolo (@fratotolo2) December 10, 2023
Fazio poi ha fatto la sua solita logorroica accusa contro chi osa opporsi alla narrativa decisa dall’alto.
Ha anche affermato che dire a un tuo amico “parliamo da uomo a uomo” è una forma di patriarcato.
Basta morti di fregna! In esclusiva per #RADIOSBORO vi spiego come curare tutti i problemi che alcuni pensatori deviati ascrivono al cosiddetto "patriarcato".#impazzisci pic.twitter.com/Tp2AWiQsLq
— Cav. Gas Segre-Lerner (@gas_segrelerner) December 10, 2023
P.s.: “Lo schiavismo è necessario: senza di esso, l’America è destinata a diventare un paese patriarcale”… Karl Marx.