«Le nostre vite si sono fermate da sabato, non pensavo mai di trovarmi davanti alla scena di vedere mio figlio steso a terra dopo un’aggressione violenta». Nelle parole della mamma di uno dei quattro ragazzi picchiati selvaggiamente sabato scorso da una baby gang in centro storico, si percepisce chiara la paura di un genitore che ha realizzato di aver rischiato di perdere il proprio figlio per una scarica di violenza gratuita.
Un’aggressione per la quale sono stati identificati e saranno denunciati per lesioni al momento solo tre degli autori. Tunisini. Si tratta di due 20enni e un 16enne, tutti cittadini italiani.
La Polizia di stato ha raccolto le denunce dei feriti, refertati in ospedale con ferite giudicate guaribili in 30, 20 e 10 giorni. Contestualmente sono stati anche fermati altri tre ragazzi tunisini tra i 25 e i 30 anni, che non erano presenti al momento dell’aggressione, ma che sono stati visti spesso in compagnia dei tre accusati: per loro è stato disposto l’accompagnamento al centro per i rimpatri di Gradisca di Isonzo.
Intanto la madre di uno dei ragazzi picchiati ha deciso di inviare una lettera al sindaco, Gian Luca Zattini, perché è determinata ad andare avanti e a non lasciare che questa feroce aggressione rimanga solo cronaca.
I fatti risalgono alla notte di sabato scorso quando i giovani, usciti dalla discoteca di via dei Filergiti, stavano tornando a casa a piedi, dopo le 3 di notte. Improvvisamente sono stati affrontati da un gruppo di altri giovanissimi con la scusa di chiedere una sigaretta. Nel giro di poco, scatta la violenta quanto inattesa aggressione: senza motivo volano pugni e calci con una ferocia tale da far finire a terra i malcapitati. Un ragazzo viene colpito da un pugno alla tempia e cade al suolo, a un altro viene fratturata la mandibola mentre gli altri due riportano ferite al naso e alla bocca. Nonostante le botte, i quattro riescono a trovare rifugio in un esercizio ancora aperto a quell’ora ma anche lì, gli aggressori non si fermano e continuano le percosse lasciandoli sul pavimento sanguinanti prima che sul posto arrivano ambulanze e polizia.
«Mio figlio in centro non ci andrà – più sottolinea la mamma – è sotto choc così come i suoi amici. Se lo avessero colpito qualche millimetro più in là oppure con una forza maggiore, mio figlio non ci sarebbe più dunque non può finire così, con il clamore di un giorno, io non mi fermo».
Il primo passo compiuto dalla donna è stato quello di scrivere una mail al sindaco: «E’ impensabile che possa succedere tutto questo – scrive nella missiva –. Sapete che in centro, il fine settimana, c’è una discoteca dove molti ragazzi, anche minorenni, vanno a ballare e non vengono tutelati, non vi sono controlli adeguati. Anche l’esercente del fast food kebab, in Piazza XX Settembre, rimane aperto e incustodito. Non credo che non possano esserci delle forze dell’ordine a monitorare e salvaguardare questi nostri ragazzi – continua –. Che colpa hanno se non possono viversi i loro diciotto anni per colpa di queste gang di disgraziati».
«Aiuto, accendete luce su questo, non sul “brilla la città”. Forlì è morta se accadono questi episodi – conclude –. Non può passare questo violento messaggio, un messaggio che colpisce e distrugge gli equilibri di noi cittadini onesti. Vogliamo fatti e non parole. Proteggete i nostri figli da questi delinquenti. Anche nelle scuole, è inutile parlare di progetti antibullismo quando poi 4 ragazzi hanno rischiato di morire. Il centro è un posto invivibile per noi forlivesi, chiediamo luce e protezione».
Ti hanno quasi ucciso il figlio e non riesci a dire l’unica frase che dovresti dire: via gli immigrati dall’Italia.
tre tunisini con cittadinanza italiana? da levare immediatamente ed espellere con tutta la famiglia e parenti vari in Tunisia immediatamente. Purtroppo sappiamo che non lo faranno mai: abbiamo governo e magistrati mammolette …..
Il sindaco al massimo gli manda nonna Abelarda per rieducarli.