Il gioielliere condannato non indietreggia: “Ho fatto bene a sparare”

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Mario Roggero, 69 anni, il gioielliere di Grinzane Cavour, condannato a 17 anni per aver ucciso due rapinatori, non ci sta a fare la vittima sacrificare dello Stato: “Non sono vinto”, “quel giorno quei delinquenti sono venuti da me, con violenza e con le armi in mano, per portarmi via tutto un’altra volta. Poi hanno detto che le armi erano finte. Ma si sono dimenticati di dire che la loro violenza era vera. E io quel giorno mi sono difeso”.

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“Più che la condanna, mi pesa il fatto che la giustizia non sia stata dalla mia parte. Diciassette anni mi hanno dato. E certo che è una condanna pesante. Ma lo sa perché mi hanno dato 17 anni?”.

Roggero si aspettava almeno “una riduzione a 7 o 8 anni. Ne ero convinto”. Dalla rapina, spiega, tutto è cambiato: “Mia moglie non vuole più venire in negozio. Mia figlia Paola, quella che era stata picchiata durante il colpo del 2015 ha aperto un bed&breakfast da un’altra parte. L’altra mia figlia se può evita. E io sono rimasto solo in gioielleria. E l’età avanza. Ho 69 anni, non so fino quando proseguirò con la mia attività”.

Diventerà un kebab, alla magistratura piace.

In paese le persone “stanno tutti dalla mia parte”, solo qualcuno dice “che sono un fascista. Ma io non lo sono. Io voglio la giustizia, il rigore, la certezza della pena. Chi delinque deve essere punito in modo esemplare”. E questa “è una follia, viva la delinquenza, viva la criminalità”.

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Salvini che lo ha sempre difeso lo ha sentito “lui sostiene la legittima difesa, e io quel giorno mi sono soltanto difeso da tre rapinatori che volevano portarmi via tutte le mie cose”.

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Invece è “deluso da Meloni, che non ha detto nulla su questa ingiustizia che ho subito”.

Questa giustizia “fa schifo. È vomitevole” ma “io non mi fermo”, ora “intendo contattare Roberto Vannacci. Dice cose su cui sono completamente d’accordo: qui c’è tutto che va all’incontrario. E poi voglio chiamare il procuratore Nicola Gratteri: è uno con le palle. Sta dalla parte della gente per bene”.




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