Da un’analisi sul giudizio degli italiani riguardo l’omicidio di Giulia Cecchettin, risulta che solo una piccola minoranza, che corrisponde più o meno ai voti della sinistra in Italia, incolpa il cosiddetto ‘patriarcato’.
Il 39,5% tende se la prende con l’assassino, Filippo Turetta, l’autore del reato (“è un mostro, merita la morte” si legge su Facebook).
Nel 23,35% delle produzioni discorsive si accusano le Istituzioni e il Governo a essere inefficaci e inadempienti rispetto alle politiche per il contrasto alla violenza (“è lo Stato che non fa nulla e deve morire”, “Nel nostro paese di m**** la giustizia non esiste: si farà un po’ di carcere poi per qualche motivo lo tirano fuori e ce lo vedremo in TV intervistato come un divo” si legge si Instagram).
Al terzo posto per frequenza, i giudizi vengono rivolti a Giulia – nel 20,9% dei dati testuali – (“Era solo una bambina”).
Solo al quarto posto la tesi preferita dai media: società e patriarcato – 16,28% – (“L’ennesima riprova dei danni di un patriarcato infame” si legge su Facebook).
Finché si continuerà a pensare che una persona, maschio o femmina che sia, a 25 anni sia ‘bambina’, ci sarà sempre qualcosa che andrà storto.